T-101 Mod. WB (5)
Mentre Doppiovubi stava inutilmente cercando di ottenere
informazioni su dove abitasse James Watt, si avvicinò al bancone un uomo ben
vestito, sui trent'anni, alto e robusto. Questi, silenziosamente, si sedette
sullo sgabello accanto a quello di Doppiovubi, e ordinò, a bassa voce, una
birra.
Anche Doppiovubi avrebbe voluto bere qualcosa, ma era senza
quattrini.
Tirò fuori dalla tasca la banconota da dieci euro, e disse
al taverniere:
- Accettate questi?
Il taverniere aggrottò la fronte, prese la banconota con
gesto rude e la esaminò con diffidenza sotto la luce fioca della lampada a
olio.
- Che cosa sarebbe?
- E' denaro… tedesco. Ha un grande valore... - azzardò
Doppiovubi.
- Mi prendi in giro? Il denaro è questo qui! - e
platealmente aprì di colpo un cassetto e prese tra le mani un mucchio di
monete, per poi farle ricadere con clangore.
- Quello è soltanto un pezzo di carta colorata. Non vale
niente. E poi, io preferisco ancora le nostre sterline, i pound Scots. Al massimo accetto quelle inglesi.
Doppiovubi aveva commesso un grave errore storico. Le
monete cartacee, nel 1763, non erano ancora conosciute. A parte i primi
tentativi della Banca di Svezia nel 1658, sarebbe stato soltanto il regime di
Napoleone a creare e a diffondere in Europa le prime banconote, come le
intendiamo oggi.
La moglie del taverniere, incuriosita da un possibile
profitto, intervenne nella conversazione, e rimase molto colpita dai colori
della banconota, dalla precisione dei disegni ma soprattutto dalla banda
olografica. Non smetteva di rigirarla sotto la lanterna, contemplandola a bocca
aperta.
- Sei rimasto solo tu a preferire i pound Scots – disse poi acidamente al marito – sono passati quasi
sessant’anni da quando sono stati sostituiti dalla sterline inglesi. Fattene
una ragione.
Il taverniere grugnì, poi si girò e disse piano: - Noi
siamo ancora scozzesi, io sono uno scozzese, e questa è Glaschù! -
“Glaschù” era il gaelico per “Glasgow”.
- Ho sentito parlare di questi documenti – aggiunse poi la
moglie del taverniere – la banca te li cambia in monete. Ma non credo che la
Banca di Scozia accetti questa. -
La donna restituì la banconota a Doppiovubi.
- Io non mi fido delle banche – disse il taverniere – prima
o poi ci ruberanno tutti i nostri soldi. Io preferisco tenere il mio denaro
nella mia casa.
Il taverniere aveva ragione. Solo nove anni dopo, nel 1772,
il tracollo della scozzese Ayr Bank
avrebbe causato centinaia di fallimenti a catena, nell’intera Gran Bretagna.
L’uomo seduto a fianco di Doppiovubi intervenne e disse:
- Offro io qualcosa al tedesco. Cosa prendi, amico?
Doppiovubi disse:
- Un… Macallan… grazie.
E fu così che il nostro Eroe commise il suo secondo, grave,
errore.
(segue)