La ricerca della felicità (29)
La domanda, dunque, è : ha
senso costruire, se poi ci sarà la distruzione ?
La risposta dovrebbe essere,
dal punto di vista strettamente logico, no, non ha alcun senso.
Un osservatore esterno, di
fronte al principio di entropia, concluderebbe che è del tutto priva
di significato l'azione di ordinare ciò che inevitabilmente
ritornerà nel caos.
Mister Spock direbbe, Non è
logico.
Eppure lo facciamo.
Continuiamo a farlo.
Ci svegliamo ogni mattina, e
scendiamo in guerra.
Ognuno di noi combatte una
guerra personale. Siamo tutti in guerra.
Il titolo del romanzo
non-romanzo più alto di sempre, scritto dall'autore più illuminato
di sempre, fa riferimento alla Guerra.
Insistiamo, spingiamo come
tori.
Ogni tanto qualcuno molla,
lascia andare e si lascia andare. Basta andare alla stazione
ferroviaria, e guardarsi in giro. Non si nasce barboni.
Barboni si diventa.
Sono quelli che non ce l'hanno
fatta, che sono rimasti indietro.
Quelli che, a un certo punto,
hanno alzato bandiera bianca.
Secondo Doppiovubi, la colpa di
tutto questo (non dell'entropia, che è legge naturale, bensì del
fatto che ormai siamo tutti costretti a spingere come tori) è
imputabile a un uomo solo: James Watt.
Come Saverio (Roberto Benigni),
in Non ci resta che piangere (1984), nel 1492 ha l'obiettivo
primario di fermare Cristoforo Colombo, per impedire che sua sorella
sposi un americano che non ci sarebbe se l'America non fosse mai
stata scoperta, come il T-101 (Arnold Schwarzenegger), in Terminator
(anch'esso del 1984) arriva dal 2029 con la missione di trovare
e uccidere Sarah Connor, e impedire così che nel futuro ella dia
alla luce John Connor, capo della resistenza umana contro le
macchine, così Doppiovubi vorrebbe tanto recarsi in Scozia nel 1763,
per strangolare con un filo di ferro James Watt, e impedirgli di
ideare il condensatore esterno nella macchina a vapore ...
(segue)
W.B.