No, quello si paga a parte
Doppiovubi interrompe per un
pochino - ma non tanto - la gustosa storia sul rapporto tra il vile denaro e Agatha
Christie, perché urge un post parentetico
originato da un mero evento fortuito; infatti Doppiovubi per caso ha assistito -sul
treno- a una salace conversazione tra un alieno e un essere umano come noi
(come voi, diciamo meglio), e così sente appunto l’urgenza di trascriverla.
Ecco, dunque, l’alieno aveva
tutto quello che doveva avere per essere un vero e proprio alieno, cioè le
orecchie a trombetta sporgenti lunghe circa quindici centimetri l’una, gli
occhi a fessura tipo Area 51, le braccia lunghe lunghe e sottili sottili e le
gambe pure, e la pelle, diciamo pelle, color bianco screziato verdognolo come,
più o meno, la merda di piccione.
L’alieno stava comodamente
seduto al posto 3C della carrozza 5 sul FrecciaRossa Milano-Roma, con le sue
gambe aliene placidamente accavallate e il testone a forma di mandorlone
appoggiato al poggia-testa.
Parlava in perfetto italiano,
grazie a un dispositivo incorporato che gli consentiva di comprendere e parlare
al volo tutte le lingue di tutte le galassie che stava visitando (come spiegò
più tardi).
L’alieno aveva attaccato
bottone, come si dice, con l’essere umano seduto al posto 4C davanti a lui, e
prendeva appunti e soprattutto faceva domande all’essere umano, che rispondeva
volentieri, anche se non aveva capito per niente, nonostante le orecchie a
trombetta e tutto il resto, che il suo interlocutore era un vero e proprio
alieno.
Questa cosa, del fatto che l’essere
umano parlasse tranquillamente con l’alieno senza rilevare nulla di insolito,
sembrò a Doppiovubi davvero incomprensibile e strana, più strana e
incomprensibile ancora del fatto che un alieno viaggiasse su un FrecciaRossa
senza che le televisioni di tutto il mondo non si attivassero immediatamente e
trasmettessero il concitato speciale GLI ALIENI ESISTONO!
Il nostro alieno era
interessato all’economia, e in particolare alla macro-economia, voleva
assolutamente sapere come funzionava il rapporto patrimoniale tra i cittadini; aveva
appreso che esisteva in Italia un sistema cosiddetto fiscale che funzionava
così che i cittadini dovevano trasferire i loro soldi al cosiddetto Stato.
Insomma, l’alieno voleva
sapere come funzionavano le tasse.
L’extraterrestre prendeva
appunti con entusiasmo, e nonostante quello che uno potrebbe immaginarsi - cioè
che un alieno ‘scriva’ su un tablet ologrammatico e sostanzialmente
immateriale, governato da onde neurali a bassa frequenza - impugnava una matita
tradizionale e scriveva su un quadernone Pigna a quadrotti grossi modello
seconda elementare.
Le mani erano collose e
perdevano una sostanza verdognola viscida e puzzolente, che colava sulla carta
e la macchiava qua e là.
Anche di questo l’essere umano
non si stupì più di tanto. Oramai la gente non si stupisce più di niente.
L’alieno - come Doppiovubi
comprese quasi subito - possedeva il concetto di ‘corrispettivo’ e quindi
chiedeva ed era interessato all’idea di ‘scambio’.
Doppiovubi ha trascritto
parola per parola la conversazione.
(segue)
W.B.