No, quello si paga a parte (3 - Conan Doyle's style)



L’alieno mi guardava strano, attraverso quelle orribili fessure brune che aveva al posto degli occhi. Un oscuro scrutare. Era abbastanza evidente che cercasse di capire che cosa stavo scrivendo sul mio portatile. Sul mio portatile stavo scrivendo quello che leggete voi adesso. Mi colse un leggero timore, e tremore. E se gli alieni - o quell’alieno in particolare - fossero stati ostili? Progettai un piano di fuga in caso di emergenza. Io progetto sempre una exit strategy. C’è la Grexit, il piano di uscita della Grecia dalla UE, e c’è sempre anche una Wbexit (pronuncia corretta: ‘uiibexit’, con accento sulla “e”).
Cercai di analizzare meglio - Sherlock Holmes’ style - l’alieno e il bagaglio dell’alieno. In realtà l’extraterrestre era completamente nudo - lo so, lo so, a questo punto voi perversoni vorreste che descrivessi l’organo riproduttivo dell’alieno, ma non lo farò per rispetto nei confronti dell’intimità di questa creatura, non vi dirò quindi della sua stranissima foggia e del particolare posizionamento, l’unica cosa che vi svelerò è che era assolutamente impossibile comprendere se si trattava di un maschio o di una femmina, ammesso e non concesso che si possa parlare di generi con quella cosa stranissima rosso fuoco e carica di muco verde che gli sporgeva dalla gola, appuntita e tripartita, trasparente e ripiena di migliaia di minuscoli esserini vermoidi ciascuno identico all’alieno nel suo complesso ma grossi circa un millimetro l’uno (degli homunculi more alchemico ma in stra-miniatura),  e che conteneva in sè una specie di rientranza fino ai suoi visceri che così si rendevano orribilmente visibili, no, non vi dirò altro, per rispetto dell’alieno (o dell’aliena).
Essendo l’alieno completamente nudo, non avevo molto da analizzare su di lui, a parte il fatto che mi persi per un po’ nell'osservazione degli esserini vermoidi brulicanti, perché ciascuno di essi, nuotando felice in una sorta di placenta, si rivolgeva a me e cercava di comunicare, mi sorridevano, si sbracciavano, qualcuno mi salutava, insomma uno spettacolo straordinario.
Rivolsi dunque la mia attenzione al bagaglio dell’alieno. Si trattava di una borsa sportiva chiaramente calcistica di colore rosso, con scritte bianche. Le scritte erano in lettere tutte maiuscole:  G.S.D. CONCOREZZESE - 1951.
Mentre mi chiedevo cosa ci facesse un alieno con una borsa calcistica della squadra del Concorezzo, a parte giocarci nella squadra stessa, opzione che (quasi) subito esclusi, ma che poi ripresi in considerazione vista la straordinaria altezza dell’alieno che gli avrebbe consentito di svolgere il ruolo di portiere senza problemi (soprattutto nelle uscite su calcio da fermo), roba che Buffon diventa un dilettante, e mi figuravo l’alieno coi calzoncini e la maglia biancorossa, anzi no, il portiere ha sempre un colore diverso, in questo caso avrebbe sicuramente avuto una bella casacca verde muco, l’alieno attaccò a far domande al suo vicino di posto, e le domande erano queste, le trascrivo per vostra comodità:
Alieno: Quindi pagando le tasse siete a posto così?
Essere umano: Beh, non proprio. Ci sono un po’ di cose che dobbiamo pagare a parte.
A: Per esempio, la raccolta dei rifiuti?
EU: Ecco, quella si paga a parte.
A: Ma voi non fate la raccolta differenziata?
EU: Sì, sì, non è che la facciamo, siamo obbligati a farla, con sanzioni e tutto. E dai rifiuti si ricava energia, pure.
A: Epperò vi ricompensano per l’energia prodotta?
EU: No, no, dobbiamo pagare noi per far portare via i rifiuti, e l’energia che ci ricavano poi se la tengono loro, anzi, no, scusa, se la tengono loro e dopo ce la rivendono, salata.
A: Ah, la ricavate dal mare. Capisco.
EU: No, no, non hai capito, costa tanto.
A: Quindi pagate per avere l’energia elettrica?!

(segue)

W.B.

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