Il mito della velocità (28-fine)
Siamo dunque arrivati alla fine del nostro discorso. Abbiamo
confutato tutte e quattro le possibili eccezioni al nostro attacco alla frase
di Voltaire (‘l’ottimo è nemico del buono’). Secondo noi - secondo me -, il
buono è nemico dell’ottimo.
Lo scopo di questa lunga serie di post era quello di
indicare - a mio parere - quale sia la velocità giusta nelle azioni che
compiamo. Vi invito a rileggere - in sequenza - tutti i post precedenti.
Ho sostenuto che esiste una velocità oggettiva - e ho
richiamato in tal senso la natura, che ha certi tempi.
Ieri, 20 marzo, è astronomicamente cominciata la primavera.
E’ cominciata a una certa ora della giornata, la diciassettesima (italiana), e
a un certo minuto, il cinquantasettesimo (mondiale).
Questo post finale, grazie a una complicata serie di calcoli
che soltanto Doppiovubi, MCD e Mikòlaj Kopernik avrebbero potuto fare, viene pubblicato
proprio in coincidenza con l’inizio della primavera, o appena dopo, cioè nel
primo momento doppiovubiano utile.
Il quesito dunque era: qual è la velocità che dobbiamo
osservare.
La risposta è: la
velocità che ci consente di fare le cose perfettamente (*).
Se si riesce a compiere un’azione perfettamente andando
molto veloci, questo è buono.
Se si riesce a compiere un’azione perfettamente andando
molto lenti, questo è buono.
*** *** ***
Terminerò con una storiella.
Per molti anni io e S.S. abbiamo scherzato insieme su una
frase che spesso viene ripetuta dagli artigiani, e in particolar modo dagli
imbianchini.
Se tu incarichi un imbianchino, un qualsiasi imbianchino, di
pitturare una casa, lui verrà e passeggerà per la casa, toccherà i muri,
guarderà i mobili, bofonchierà qualcosa, e alla fine ti dirà malvolentieri il
prezzo.
Al che tu, dopo esserti ripreso per il colpo - pensavi molto
meno -, gli farai una ulteriore domanda.
“Quanto tempo ci vuole?”
Al che l’imbianchino, regolarmente, risponderà sempre nello
stesso modo.
“Ci vuole il tempo che ci vuole.”
L’imbianchino ha ragione.
Ci vuole il tempo che ci vuole.
W.B.
(*) Per il significato di “azione perfetta”, rileggersi i
post precedenti.