Il mito della velocità (22)



E quindi le nostre azioni si inquadrano in un processo, alla fine del quale si ottiene un obiettivo. Lo sanno bene i programmatori. Per arrivare a un certo risultato, occorre definire una procedura composta di “n” passaggi, e ogni passaggio, a sua volta, è caratterizzato da un obiettivo intermedio. Se voglio prepararmi un caffè a casa, per esempio, devo compiere diverse decine di azioni (aprire l’antina, prendere il contenitore, svitarlo, aprire il cassetto, prendere un cucchiaino, etc.), tutte orientate a fare in modo che il liquido nero attraversi le papille gustative e mi scenda nell’esofago, generando in me una serie di sensazioni nervose. Alle volte, se ben guardiamo, oltre l’obiettivo primario ve ne è uno ancora “più primario” (nel nostro esempio, lo scopo per il quale vogliamo assumere il caffè, che potrebbe essere il desiderio di essere più tonici mentalmente, o semplicemente quello di combattere la noia). In ogni caso, un obiettivo c’è sempre (*).
Orbene, uno dei problemi principali dell’Uomo Moderno è che - suo malgrado, a causa della complessità della Società Moderna dell’Orrore - perde costantemente di vista gli scopi per i quali sta compiendo le singole azioni. Torniamo sul caso di Trenitalia, già analizzato in precedenza. Lo scopo primario della Società ferroviaria dovrebbe essere quello di portare i nostri corpi (e i nostri effetti personali), da un luogo a un altro, in un certo tempo prefissato, e in un certo modo (es.: il corpo deve almeno pervenire vivo). A forza di aggiungere elementi nuovi (porte scorrevoli automatiche, corrente elettrica - anche nei bagni, per radersi -, aria condizionata, moquette, lucine alogene di lettura, poggiatesta ergonomici, vassoi reggi-computer, possibilità di prenotare on-line, etc. etc.) sia il gestore ferroviario, sia i cosiddetti viaggiatori perdono di vista lo scopo primario. E finisce dunque che ti lamenti (giustamente) perché non c’è la corrente elettrica per il tuo portatile, quando la corrente elettrica per il portatile non ci dovrebbe nemmeno essere. E se gli sforzi del gestore sono indirizzati ad avere le porte scorrevoli elettriche (che si guastano ogni due per tre) evidentemente si sottrarranno risorse alla sicurezza del viaggio e al buon funzionamento della linea (salvo aumentare il prezzo del biglietto, ma la domanda è: sto pagando per arrivare a destinazione bene, e in orario, o per avere il wi-fi a bordo del treno?) (**).

(segue)

W.B.

(*) Più lo scopo è elevato, e (per questo) lontano nel tempo, più la vita è felice e ricca di soddisfazione. Ma questo costituirà il tema - la ricerca della felicità, appunto - di una nutrita serie di post futuri.
(**) Il successo economico di Ryanair, che ha 9000 dipendenti e 303 aerei nuovi, si basa proprio su questo semplice concetto: ti faccio volare, da qui a lì. E basta. Risultato, quasi ottanta milioni di passeggeri nel 2012.

Post popolari in questo blog

Allahu Akbar.

Come si scrive un'enciclopedia

Quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter