Il mito della velocità (18)
Ovviamente stiamo parlando di obbligazioni primarie e di
obbligazioni secondarie (o “accessorie”).
Il contratto di trasporto, nel Codice civile, all’art. 1678,
è così definito: “col contratto di trasporto il vettore si obbliga, verso
corrispettivo, a trasferire persone o cose da un luogo a un altro”.
In teoria, Trenitalia sarebbe primariamente obbligata a “portare”
la massa corporea di Tizio, che stipula il contratto, da un certo luogo “x” a
un altro luogo “y” (non necessariamente col treno; quando la linea è interrotta,
Trenitalia si avvale di “autobus” (*) sostitutivi, ed è considerata comunque adempiente).
Il “core” dell’obbligazione è il trasporto di una specifica massa corporea da
un luogo a un altro. In linea astratta, il capotreno potrebbe prendersi il
passeggero in spalla, e sbuffando portarlo lui stesso a destinazione, salvo, in questo
caso estremo e manualistico, l’inadempimento dovuto al ritardo (ma il ritardo
sarà analizzato oltre, e vedremo che non viene considerato un vero e proprio
inadempimento in senso tecnico).
Potrebbe dunque aver ragione il capotreno, che ha detto a
Doppiovubi che l’unica obbligazione è quella primaria, descritta dall’art. 1678
Cod. civ.?
La risposta è negativa, a mio avviso. Il capotreno potrebbe
aver avuto ragione agli inizi della storia del trasporto ferroviario (in
Italia, il 3 ottobre 1839), o poco più tardi.
Ma adesso siamo nel 2014.
Il tempo - e il conseguente “progresso” - e la concorrenza
(**) hanno costretto le Ferrovie ad aggiungere, al contratto stipulato con il
viaggiatore, obbligazioni su obbligazioni.
Se non obbligazioni scritte, almeno obblighi di fatto, come vedremo.
(segue)
W.B.
(*) “Autobus” deriva da “bus”, e “bus” deriva dal latino “omnibus”,
cioè mezzo di trasporto “per tutti”.
(**) Si dice spesso che Trenitalia non abbia concorrenza, e che la prima - e l’unica - forma concorrenziale sia stata con NTV s.p.a., (il c.d. “Italo”). Doppiovubi non è d’accordo. Trenitalia ha sempre avuto la concorrenza degli altri mezzi di trasporto. Se il carburante per auto costasse poco, se le autostrade fossero gratuite, e se i viaggiatori si organizzassero meglio, i treni sarebbero vuoti o semi-vuoti (salva una drastica diminuzione del prezzo).