Il mito della velocità (21)



E non lo diceva solo Thoreau, che le cose più importanti sono proprio quelle che non sono visibili. Lo scrisse anche Paolo di Tarso, nell’anno (circa) 54 d.C., in una lettera, la seconda lettera che egli aveva indirizzato alla comunità cristiana di Corinto, in Grecia (*).
Dicevamo dunque del “telos” aristotelico, della causa finale, dello scopo che ci spinge a compiere le azioni. Qualunque nostra azione, anche la più piccola, anche la più insignificante, si inserisce in un contesto e in un processo verso la realizzazione di qualcosa d’altro, di più rilevante. Tutte le nostre vite possono essere viste come sommatorie di procedimenti che ci conducono a scopi intermedi, più o meno importanti, più o meno grandi.
Non perdetevi le prossime due puntate, perché stiamo entrando - finalmente - nel cuore del problema, e, mi auguro, stiamo procedendo, appunto, verso la sua soluzione.

(segue)

W.B

(*) Cfr. 2 Corinzi, 4: 17,18 : “Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne.”. Per coloro i quali dovessero storcere il naso al riferimento alle lettere di Paolo di Tarso ai Corinzi, ricordo che nel celeberrimo romanzo “Harry Potter e i doni della morte”, J. K. Rowling descrive l’iscrizione sulla lapide delle tombe dei genitori del Maghetto, cioè “The last enemy that shall be destroyed is death” (“L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte”). La citazione della Rowling - testuale - è riferita alla prima lettera ai Corinzi, capitolo 15, versetto 26; nel suddetto capitolo 15, tra l’altro, si parla con dovizia di particolari del difficile, e importante, argomento della resurrezione dei corpi. Naturalmente altri storceranno il naso alla citazione della Rowling, ma non si può neppure trascorrere la vita a storcere il naso rispetto a tutto quello che fanno gli altri (e spesso a storcere il naso e a criticare sono proprio coloro i quali nella loro vita non hanno creato niente, né creeranno mai niente). Il fatto bizzarro è che - normalmente e dai più - la frase viene attribuita alla Rowling, anziché a Paolo.

Post popolari in questo blog

Allahu Akbar.

Come si scrive un'enciclopedia

Quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter