Who the hell are you?
Gli arrivò alle spalle di soppiatto, come una volpe,
trattenendo il respiro.
Alessandro Manzoni stava seguendo sulla sua poltrona
preferita Piazzapulita di Corrado
Formigli, e ogni qual volta parlava Galan scuoteva la testa e si dimenava con
rabbia sulla vecchia poltrona. Su un tavolino rotondo a fianco teneva una Red Bull, e ogni tanto la sorseggiava
direttamente dalla lattina. Fece anche un paio di ruttini, sommessi.
Doppiovubi si chiese due cose, e tutte e due lo stupirono,
ma poi razionalizzò e non si stupì più. Dapprima si chiese – a parte la Red Bull
- come poteva fare Alessandro Manzoni - in quel 1843 – ad avere la televisione,
un Samsung HD a 32 pollici (e per di
più, come potesse vedere Formigli, che nel 1843 non esisteva nemmeno nell’idea
dei suoi avi, ma qualcuno più tardi ebbe l’idea geniale di crearlo), e poi si
chiese per quale motivo Alessandro fosse chiaramente di centro-sinistra, anzi,
per dirla meglio, non di centro-sinistra, ma del Partito Democratico. Alla
prima domanda Doppiovubi rispose con certezza – ma decise di non scrivere la risposta
qui, bensì di rimandarla a qualche post successivo –, mentre alla seconda
domanda si rispose, E’ chiaro, il bambino Manzoni fu mandato a studiare in
Svizzera e suo padre - conte – frequentava (e gli faceva frequentare) l’aristocrazia
milanese, di certo il nostro Alessandro non avrebbe potuto che votare PD (e
infatti, come ogni buon PD, nei Promessi
Sposi prende le parti dei cosiddetti più deboli contro le angherie
berlusconiane degli arroganti delinquenti pregiudicati). L’equazione soldi-PD era valida sin d’allora,
pensò Doppiovubi (così come fu valida sempre: lo stesso Seneca, circondato di
vasellame d’oro e di schiavi negri, votava PD - corrente Bersani -, come
vedremo tra qualche post, nel corso di un viaggetto nella Roma del I secolo, ma
non divaghiamo).
Poi Doppiovubi allontanò quei pensieri e si ricordò per
quali motivi era lì.
Riuscì a gattonare fin proprio dietro il Samsung , contò fino a tre e poi spuntò con un viso
terribilmente incazzato dal lato superiore dello schermo piatto.
Il povero Alessandro, che ormai andava per i sessanta, fece
un balzo di mezzo metro sulla poltrona e
si mise una mano sul cuore.
- E tu chi cazzo sei?
Gridò Alessandro Manzoni, testuali parole.
E qui Doppiovubi si ricordò di una cosa bizzarra che avevano
pensato lui e PIM sui narratori dell’Ottocento, e pensò di scrivervela in un
altro post.
(continua, forse)
W.B.