Grand Thyfth Auto



- Passiamo a theft.
- Prima una domanda, Doppiovubi. Saprai bene che il video su YouTube di Giuseppe Simone che aggredisce il critico d’arte Andrea Diprè, e chiede con voce rotta dalla commozione di portare un fiore sulla tomba di Osvaldo Paniccia, conta – ad oggi – seicento e quarantaquattromila visualizzazioni. Non credi di essere fuori dal giro, con le tue poche visualizzazioni e le tue escursioni linguistiche ? Non credi che non interessino a nessuno ?
- Sono orgoglioso dei miei lettori.
- Quand’è così, va bene.
- Ecco che nel Nord-Europa c’è questa radice ricorrente che si trasfonde nell’inglese theft : in tedesco si dice Diebstahl  (che comprende in sé anche l’altra parola inglese che significa rubare, cioè steal ); in danese e in norvegese si dice tyveri ; in olandese diefstal. Nell’antica lingua scandinava si diceva thyfth. Stiamo parlando di una parola che ha più di mille anni. I dizionari inglesi etimologici si riportano a un proto-germanico theubitho.
- Veramente io pensavo che theft si dovesse leggere the ft.
- Curioso. Ft, in gergo economico, è il Financial Times. The ft dovrebbe essere The Financial Times. Curioso che coincida quasi con theft.
- Curioso. Fa pensare. Vorrà dire qualcosa, non esistono coincidenze.
- Torniamo a noi. La radice dunque è un thy. In hindi furto si dice चोरी. Non so quanti dei miei lettori lo sappiano pronunciare. Dovrebbe essere qualcosa come “tciué” . Mi ricorda tanto “theft”. In cinese si dice       , che si pronuncia “taocié”. Echi di migrazioni di popoli, in questa parola.
- Sbagli Doppiovubi, l’inglese fa parte del gruppo linguistico germanico-occidentale, niente a che fare con l’Asia.
- Mi piace pensare che tra un continente e l’altro non ci siano muri. La gente cammina, sai?
- In effetti le suddivisioni linguistiche sono un po’ artificiose.
- In ogni caso, “theft” significa “furto”. E’ l’atto del rubare. Ma l’atto del rubare presuppone il diritto di proprietà. Se non esiste il diritto di proprietà, non esiste il furto. E non esiste nemmeno la parola. Probabilmente, nel proto-germanico, la parola è nata quando è nato il concetto di proprietà.
- Non sono d’accordo. Secondo me, Doppiovubi, deve essere andata così. Da una fase iniziale di possesso violento, si è passati al diritto di proprietà, e in tal caso c’era ancora qualcuno che si appropriava violentemente delle cose “degli altri”, ma non c’era una parola per questo atto. Secondo me il concetto di “furto” presuppone un sistema giuridico sanzionatorio. La parola “furto” è un termine giuridico in senso stretto, che implica un sistema che ti punisce, un giudice e un boia, se trasgredisci la regola, se violi il diritto di proprietà.
- Le fonti infatti parlano di una parola dell’anno 900. Undici secoli fa.
- Sarebbe interessante studiare il diritto di proprietà al contrario, cioè dalla parte del furto, dal lato patologico. Come studiare un cuore partendo dall’infarto, anziché dal suo funzionamento. Arrivare a Dio studiando il Male.
- Si può fare. Comunque, la tua ultima osservazione, Ale, secondo cui “furto” è un termine giuridico in senso stretto, ci avvicina alla verità sul significato del nostro videogioco.

( continua, protogermanicamente )

W.B.

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