Come ti deprimo il Manzo



- In effetti, dalla Roma le avete buscate, proprio come avevo previsto.
- La partita l’abbiamo fatta noi.
- E se l’avessero fatta loro, come sarebbe finita, 0-6 ?

Dopo due giorni di assenza, Doppiovubi, incurante delle legittime preoccupazioni dei suoi accaniti lettori e senza aver portato la giustifica, si mette a parlare alla chetichella del risultato di Inter-Roma, peraltro glissando sulla ennesima partitaccia del suo Milan, ormai definitivamente ridimensionato a squadra di mezza classifica. Il grosso Manzo non perde l’occasione per punzecchiarlo.

- Ma scusa Doppiovubi, stai zitto due giorni, e ti metti a parlare di calcio ?
- Intanto non sono due giorni.
- Lunedì e martedì a casa mia fanno due giorni.
- In questo mondo, nel mondo di Doppiovubi, il tempo scorre a un’altra velocità.
- Il tempo è il tempo.
- Il tempo non è il tempo, il tempo è relativo. E soggettivo.
- Va be’, sono sofismi. Diciamo che per tutti i tuoi lettori sono passati due giorni.
- Questo lo dici tu. Per esempio, se uno si trova in ospedale, il tempo passa più lentamente. Se il Milan sta vincendo, e mancano due minuti alla fine, quei due minuti passano al rallentatore (per la squadra che sta perdendo, passano velocissimi).
- Va be’, diciamo che per il calendario, guardando il movimento della Terra rispetto al Sole, sono passati due giorni.
- Il movimento è movimento, il tempo è tempo. Sono due cose diverse. In ogni caso, il tempo, preso a sé stante, non esiste. Esiste forse lo spazio-tempo, che è un’altra cosa.
- Io non mi interesso di fisica. Mi interessa di più quel discorso là che facevi sui grandi del passato, tra i quali, se permetti, dovrei essere annoverato anch’io.
- Non scherziamo.
- Io sono letto da molti decenni in tutte le scuole. I giovani virgulti si formano con me.
- Sei pesante, Ale. Sei di una pesantezza  unica. Scusa se te lo dico. Leggerti è una palla infinita. L’Addio ai monti  di Lucia è insopportabile.

Manzo china la testa e comincia a piangere sommessamente. Tiene ancora la lattina di Red Bull tra le mani, ormai ridotta a un dischetto informe. Doppiovubi, mosso a compassione, gli si avvicina e gli accarezza le grosse basette.

- Su, non fare così.
- Sono un fallito.
- Puoi ancora rimediare.
- Ormai sono vecchio.
- E’ vero. Sei vecchio.

Il vecchio Manzo si avvicina alla finestra a testa bassa, con le braccia lungo i fianchi, trascinando i piedi. Doppiovubi intuisce che sta per succedere qualcosa di brutto, ma sa anche che quello che è successo, è successo.
Doppiovubi non interviene.

( continua, drammaticamente )

W.B.

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