The Professor
A margine del convegno
di presentazione del saggio “1843: le ore buie di Alessandro Manzoni” (Boringhieri,
2013, 2 voll., pp. XXXIV-1202, Eur 55,00), abbiamo
incontrato l’autore, il Professor Massimo Scoglionato, docente di Storia di
Letteratura Italiana all’Università di Padova.
- Professor Scoglionato, innanzitutto, perché questo titolo ?
- Il titolo fa riferimento a un preciso periodo della vita
di Alessandro Manzoni, si tratta di alcune settimane nel maggio del 1843; ancora
oggi gli storici della letteratura stanno cercando di capire che cosa davvero
accadde. Spero di aver proiettato, con questo mio modesto contributo, che mi è
costato oltre quindici anni di ricerche, un poco di luce su quelle incredibili settimane.
- Che cosa accadde in quello strano periodo ?
Innanzitutto i fatti certi che conosciamo sono questi. Un
giorno preciso, il 6 maggio 1843, alcuni passanti, sotto la nota casa di
Manzoni a Milano in via Morone, videro con costernazione e terrore il grande
romanziere in piedi sul cornicione, nell’atto di buttarsi di sotto.
- Stava per suicidarsi ?
- Evidentemente sì. Le testimonianze sono concordi nel
riferire che piangeva calde lacrime, e ogni tanto si girava, per parlare con qualcuno
all’interno della stanza.
- Noi però sappiamo dalla storia che non si è
suicidato, fortunatamente.
- Certo. Morì solo trent’anni dopo, per una caduta, un colpo
in testa e la conseguente meningite, come tutti sappiamo. Ecco, io con oltre
milleduecento pagine mi sono concentrato su questi accadimenti del 1843. Ho
cercato di essere sintetico, perché ci sarebbe stato molto di più da dire. Volevo
realizzare un saggio divulgativo, e spero di esserci riuscito.
- Certo, professor Scoglionato. Poi
cosa fece il grande Manzoni ?
- Ecco, qui comincia il mistero. Manzoni allungò una mano,
sempre rimanendo in piedi sul cornicione, afferrò una editio minor del suo capolavoro
e cominciò a strapparla in mille pezzi, gettandoli dalla finestra in strada,
sulle teste degli increduli passanti. Poi rientrò nella stanza – evidentemente aveva
desistito dal suo nefasto proposito. Subito accorsero i servitori, i passanti
stessi, e tutti quei curiosi che erano stati attirati dal can can. Arrivarono al secondo piano e constatarono che la porta
dello studio era chiusa. Cominciarono a picchiare e a chiamare il maestro, ma
non ebbero risposta. Si riferisce – e qui il mistero si infittisce sempre più –
che Manzoni stesse litigando con qualcuno, e si trattava di un alterco
violento. Quando finalmente riuscirono a sfondare la porta, la stanza era
vuota.
- Incredibile, professore. Una storia davvero incredibile.
- Naturalmente cercarono dappertutto, ma di Manzoni neanche
l’ombra. Si pensò addirittura a un’allucinazione collettiva. Qualcuno ipotizzò
addirittura l’intervento del demonio.
- E invece ?
- E invece non si sa. Sta di fatto che dalle lettere del suo
amico Bruno Alivertoni si ricava che nelle tre settimane successive Manzoni era
scomparso, ma poi riappariva in luoghi inattesi. L’Alivertoni riferisce poi di
discorsi strani del Manzoni. Il romanziere citava situazioni sconosciute, fatti
bizzarri e incredibili : lo scambiarono per folle. Per farle un esempio,
Alivertoni ci racconta che Manzoni era letteralmente ossessionato da un certo
Walter Mazzarri, un personaggio di fantasia del tutto ignoto alle cronache del
tempo.
- Lo stesso nome dell’attuale allenatore dell’Inter ?
- Non saprei, non mi interesso di calcio. Non conosco il
signor Mazzarri, non l’ho mai sentito nominare, tuttavia sì, il nome che
ripeteva Manzoni era quello. Comunque tutti questi stranissimi episodi – oltre
ai carteggi originali di Alivertoni – sono ben descritti nel mio libro.
- Professor Scoglionato, grazie. Ha in cantiere altri interessanti saggi
?
- Certamente. Anche se non attiene al mio insegnamento, sto
elaborando un ponderoso saggio su uno strano periodo della vita di William
Shakespeare. Anche in quel caso, parliamo di sparizioni e apparizioni inattese,
nel Warwickshire, del drammaturgo inglese.
Un vero e proprio mistero.
( continua, proteicamente
)
W.B.