Benvenuta, complessità.

Tutto sommato, per 'costoro', la sempre crescente complessità - con tutti i problemi che inevitabilmente ne derivano - ha una funzione essenziale. Infatti, se non vi fosse costantemente qualcosa 'da risolvere', qualcosa 'da sistemare', che significato avrebbero, le loro misere esistenze? 

Emergerebbe, prorompente e intollerabile, il vuoto. La Morte, in fondo alla strada, li guarderebbe, dritto negli occhi. E 'costoro' non hanno la forza di reggere quello sguardo.

Di qui, la resilienza, la resistenza, la ripartenza. Non togliete a 'costoro' un fine materiale da raggiungere, un processo da migliorare, la soluzione a un qualsiasi problema. Non siate crudeli. Ne hanno bisogno, come l'aria. Essendo l'unico contenuto delle loro 'vite', si identifica con le loro stesse vite.

Non togliete a 'costoro' il 'risolvibile' (*). Dovrebbero affrontare, e gestire, e risolvere, l'irrisolvibile. E per quello non basta un disegno di legge.

W.B.


(*) Naturalmente, 'costoro', grazie alla resilienza e allo sforzo, spesso risolvono il risolvibile. La 'soluzione' di un 'problema' genera una forma di soddisfazione, che li conforta sul e nel fatto di essere 'sulla strada giusta'. La loro benedizione sarebbe quella di incorrere nel fallimento più totale, ma questo, purtroppo, spesso non si verifica, e, anzi, più c'è resilienza, meno si verifica. La tragedia, per 'costoro' non è il fallimento, ma la mancanza di fallimento. Un post come questo non può che infastidire un orgoglioso appartenente alla categoria di 'costoro': ma come, immetto tutto questo sforzo nella mia vita, e, devo dire onestamente, ottengo anche buoni risultati, che sono il giusto frutto di tutto il mio impegno e dedizione, e insegno anche ai miei figli come si sta al mondo, e adesso 'questo qui' viene a 'mettere in discussione' un sistema che ho faticosamente costruito da quando sono nato, e che, per di più, corrisponde perfettamente al modo di vivere di tutti gli esseri umani 'normali'? Ma chi è, questo qui?

Poi ci sono gli 'indifferenti', che sono ancora peggiori rispetto agli 'infastiditi'. Gli 'indifferenti' sono talmente sicuri del loro modus vivendi, che non leggeranno nemmeno tutto questo post, oppure scuoteranno la testa: hanno qualcosa di molto più importante da 'fare', rispetto a queste 'farneticazioni'. Ma la Morte li aspetta pazientemente, li attende dietro un'ansa tortuosa del fiume della loro organizzatissima 'vita'. Improvvisamente se la troveranno davanti, la Morte, ma sarà troppo tardi.

E poi, qualcuno interpreterà questo post in malo modo. C'è da chiedersi, come sempre, perché Doppiovubi lo abbia scritto. Lui stesso pensa che non ci sia alcuna speranza - ma proprio nemmeno un briciolo - di smuovere alcuna coscienza. Chi è infastidito, lo rimarrà, chi è indifferente, lo rimarrà. E allora per chi, domanda diversa da perché anche se assonante, lo ha scritto? Già, per chi. E' la storia della vita di Doppiovubi, fa le cose anche se non sortirà alcun 'effetto' da esse. Lo abbiamo chiesto a Doppiovubi, siamo andati a trovarlo nella sua caverna. Era lì, ricoperto di stracci, a mangiare locuste morte di morte naturale, e a grattarsi coi cocci, al buio. All'inizio ci ha inseguiti con un bastone nodoso, Andate via!, ma noi non abbiamo desistito. Con la nostra mascherina bene indossata su naso e bocca, lo abbiamo indotto a un minimo confronto dialogico.
- Perché hai scritto questo post?
- E a te che te ne frega?
- Se son venuto fin qui, me ne frega, direi.
- Non lo so.
- Lo sai, Doppiovubi. Tu non fai le cose per farle. Lo hai scritto poco fa.
- No, tu lo hai scritto, non io.
- E va bene, l'ho scritto io. Per chi hai scritto questo post?
- Per me.
- Immaginavo. Perché?
- Perché io parlo parlo, ma poi sono proprio io il peggiore di tutti (**). Sono io quello che trova soddisfazione nel risolvere qualche piccolo problemuccio, sono io quello che non ha il coraggio di guardare in faccia la Morte. E sono io quello che cerca la complessità, e i problemi che ne derivano, per dare un significato alla sua stessa vita. Sono io quello che si lamenta. Tutto questo blog, centinaia, quasi migliaia ormai, di post, sono diretti a me. E' che non ho il coraggio di ammetterlo a me stesso, così ho escogitato questo futile espediente di bacchettare gli altri. Però fammi il favore, mi raccomando, tutto questo non scriverlo, ho un'immagine da preservare.
- Tranquillo, rimane tra noi.

(**) Ovviamente, questo espediente di un dialogo solipsistico è frutto di pura fiction. Non credetegli, o non credetemi.
 



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