Tre (settima parte)

E' anche vero che descrivere una disequazione di secondo grado tramite la visualizzazione di una nonna e delle mele non è così semplice. Ma, con un po' di buona volontà, visto che la parabola può essere usata per risolvere le disequazioni di secondo grado (così dicono), si potrebbe anche disegnare una nonna che scivola al supermercato e descrive, nell'atto di rompersi il femore, una parabola. A volte basta la fantasia.

Ma torniamo al micrometro.
Abbiamo detto che corrisponde a un milionesimo di metro. Perché non diciamo che corrisponde a un miliardesimo di chilometro? Detto in altri termini, perché prendiamo come unità di riferimento il metro e non, per esempio, il 'centimetro' (ovviamente se avessimo preso il centimetro come base, non lo chiameremmo più 'centimetro')?
Secondo Doppiovubi, questo accade perchè l'uomo, in generale, è alto - o lungo, quando è morto - un metro e qualcosa. Se fossimo alti mediamente centosettanta metri, a Parigi avremmo una sbarra di platino-iridio lunga cento metri, conservata dentro una lunghissima teca. Direte voi, che siete arguti - siete arguti perché leggete Doppiovubi o leggete Doppiovubi perché siete arguti - ma l'uomo medio è più vicino ai due metri che al metro, perché allora non sono stati presi i due metri, risposta: perché il nostro sistema di misurazione mentale/metafisica va da 0 a 1, non da 0 a 2, ma soprattutto perché a introdurre il metro come unità di misura base fu un certo Napoleone, che tutti sappiamo non essere stato molto vicino ai due metri di altezza, anche se probabilmente superava i centocinquanta centimetri (ma non è detto). E' anche vero che su internet si trova scritto "Il medico personale dell’impero, quando eseguì l’autopsia sul suo cadavere, registrò un’altezza di 5 pieds et 2 pouces, pari a 168 cm", ma secondo Doppiovubi, con tutto il rispetto per la fonte) è una fake news, Doppiovubi potrebbe sostenere impunemente che "Il medico personale dell’impero, quando eseguì l’autopsia sul suo cadavere, registrò un’ altezza di 110 cm"; che poi sia tecnicamente una fake news, quella dei 168 cm, non possiamo né dimostrarlo né sostenerlo, perché tecnicamente la news è una news attuale, non un riferimento storico (Alessandro Barbero quando racconta di Dante potrebbe semmai scrivere inesattezze, non fake news), e quindi non possiamo sostenere che nemmeno quella di Doppiovubi sia una fake news (anche se è probabile che Doppiovubi stia mentendo). Comunque, in ogni caso, pare strano che nell'Impero fosse stato introdotto, da molti anni, il metro, e che il medico di N. (in questo caso la N. maiuscola ci sta) misurasse ancora in piedi e pollici. D'altra parte, a Doppiovubi è piaciuta la battuta su N. e il metro come unità di misura, secondo lui gli è venuta abbastanza bene e quindi piuttosto insiste con una fake qualcosa, anziché smontare tutto il concetto del perché un metro anziché no.
Dunque noi basiamo tutto sul metro, e quindi diciamo micrometro, perché noi siamo nell'ordine del metro e qualcosa. Ma, e qui viene il bello, il mondo non siamo noi. Come si suol dire, questa è una visione antropocentrica. Prendiamo una formica, per esempio, che ha una visione formicocentrica del mondo (*). Una formica vede tutto dall'alto (o dal basso) del suo millimetro di altezza da terra. Una formica media, nell'esperienza di Doppiovubi, è lunga circa quattro-cinque millimetri (quelle le vediamo senza microscopi), e rispetto al terreno sarà a un millimetro, forse due, ma più uno che due. I trattati dicono che la formica va da un millimetro di lunghezza a trenta millimetri, ma è chiaro che sono estremi (terribile incontrare una formica di tre centimetri che ti entra nel colletto della camicia e che, presumiamo, ha mandibole proporzionate, e sappiamo che le mandibole della formica sono tra le più forti e più rapide dell'intero regno animale).
Per semplicità, diciamo che la formica è lunga un centimetro, anche se sappiamo che stiamo esagerando. Un centimetro di lunghezza significa zampe più o meno lunghe cinque millimetri (anche l'uomo più o meno ha una proporzione simile con le sue gambe, a parte N, naturalmente). Si trova scritto sempre su internet: "La velocità media delle formiche è di circa due metri al minuto che corrisponde a 0,12 km/h. Il rapporto lineare d’'ingrandimento formica/uomo è R = 500. Pertanto la velocità di una formica rapportata alle dimensioni umane è 0,12 x 500 = 60 km/h.", e stavolta c'è da crederci (anche perché è funzionale all'argomento di Doppiovubi). Ancora una volta ritorna la relazione. L'uomo vede il mondo da uomo, la formica da formica; quando li confrontiamo però dobbiamo omogeneizzare i numeri, e relativizzarci alla struttura del rapporto U/F (Uomo/Formica). Ne deriva che tra un uomo e una formica, vince sempre la formica (**). Bolt nel suo record tuttora imbattuto, ma manca poco, ha tenuto la media di 37,57 km/h, eppure una qualsiasi formica che trovate in un giardinetto va a 60 km/h, ma non partecipa alle Olimpiadi. Perché non partecipa alle Olimpiadi? per un solo motivo: perché non hanno ancora inventato un tampone abbastanza piccolo. La sicurezza, innanzitutto.

(segue)

W.B.

(*) Non è escluso che le formiche, per ammazzare il tempo nei lunghi pomeriggi invernali, nei loro profondi cunicoli, discutano animatamente di noi in termini di alterità. 
(**) Chi è più veloce, nel rapporto F/S? Credete davvero che disporre di un solo flagello non consenta di raggiungere velocità incredibili?



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