Tre (sesta parte)

Dice Wikipedia: "il micromètro (simbolo: µm) ... corrisponde a un milionesimo di metro (cioè un millesimo di millimetro): 1 µm = 1×10−6 m.".
Cominciamo molto molto male. Innanzitutto il riferimento al 'metro' è un pelino, o flagellino, lontano. La nostra mente, diciamo, o cervello, diciamo, o quello che è, diciamo, fa fatica a pensare al concetto di 'un milionesimo di'. Praticamente, siamo sinceri, non ce la facciamo. Possiamo pensare alla metà di una pizza, possiamo pensare a un terzo di una goleador di liquirizia, possiamo dire, Siamo a un quarto del campionato di calcio, ma un milionesimo no, proprio no. E' dunque un'espressione puramente matematica, puramente astratta, cioè, che poi è il problema di tutta la matematica. Finché i bambini devono confrontarsi con La nonna di Piero ha due cestini pieni in totale di nove mele e due nipotini oltre a Piero, tutto sommato ce la facciamo ancora, perché sono cose che più o meno abbiamo la possibilità di proiettare nella mente (il concetto di 'nonna' è abbastanza immediato, un po' meno quello di 'Piero' (i Pieri vanno scomparendo), ma vabbe', il cestino ci sta, anche se il vimini è sempre più antistorico, le mele -come no- quelle esistono, di plastica ma esistono, i nipotini sono in realtà ciò che descrive la nonna, cioè, non so se ci avevate mai pensato, ma ci sono delle definizioni, come quella di 'nonna', che stanno in piedi soltanto grazie ad altri concetti simmetrici, cioè non c'è nipotino senza nonna, e non c'è nonna senza nipotino; il concetto di 'maestra' esiste perché esiste lo studente, in un mondo senza studenti la parola 'maestra' evaporerebbe; il concetto di 'giudice' sta in piedi perché esiste il concetto di 'reo', in un mondo di innocenti il giudice evaporerebbe, quindi il giudice dovrebbe trattare il preteso reo con la massima deferenza, perché il reo è condizione della sua stessa esistenza). Infatti nei libri di matematica, fino alle scuole secondarie di primo grado (più propriamente, secondo livello del primo ciclo di studio dell'istruzione obbligatoria, cioè, detto in termini più onesti, le scuole medie, perché 'scuola secondaria di primo grado' sarebbe un eufemismo, oggi si fa ampio uso del maquillage linguistico (e maquillage è un eufemismo per dire 'eufemismo'), l'oggetto è sempre quello, mentre si cambia la denominazione e ciò inganna il destinatario dell'atto comunicativo, esempio, Ma quanto ci mette 'sto rider a portare il panino? sarebbe, deprivato del rimmel linguistico, Ma quanto ci mette 'sto schiavo a portare il panino?, e le due affermazioni puntano a descrivere lo stesso concetto, ma illudono l'utilizzatore della app di essere una brava persona (e di fatto magari lo sarebbe anche, se non ci fosse stato il maquillage di cui egli non è responsabile), e così si va a lenire il suo senso di colpa; in genere quando vuoi fare un buon maquillage devi allargare le maglie del concetto, infatti rider è colui che va a cavallo, il cavaliere, il primo significato di to ride è cavalcare, poi si passa per traslato alla bicicletta e solo infine alla moto - e questi passaggi linguistici progressivi rappresentano tra l'altro l'avvento della rivoluzione industriale; dunque dire rider è operazione di generalizzazione, il rider, correttamente, sarebbe uno che usa un mezzo individuale che spesso - ma non necessariamente - lui stesso guida per muoversi più velocemente, nella parola rider però (per come è usata nel gergo attuale) non esiste alcuna sfumatura legata al fatto che chi si sposta lo fa perché un altro lo sottopaga (*) per spostarsi, ovvero, si usa rider che non sarebbe legato al sottopagamento per evitare di usare un'altra parola direttamente legata al sottopagamento; invece quando uno parla 'pane al pane, vino al vino' (direbbe Antonio Di Pietro, chi si ricorda più di Di Pietro? sic transit gloria mundi), restringe il significato, diventa più preciso, dire schiavo magari non riflette esattamente la condizione del rider (non ci sono catene - se non la catena della bicicletta - né navi dall'Africa verso gli Stati Uniti, non ci sono piantagioni di cotone, nè incappucciati con i cappucci bianchi a punta), ma almeno richiama l'idea della soggezione, se non fisica, economica di un essere umano rispetto a un altro essere umano), dicevamo, prima che si aprisse la parentesi, fino alle scuole medie nei libri sono disegnate nonne, cestini, Pieri, nipotini (multicolori, perché siamo inclusivi), e soprattutto mele, alla fine è più una questione grafico/estetica che matematica, perché si sa che abbiamo bisogno di visualizzare, che è il leit-motiv di questa serie, il 'vedere', e a un certo punto, in genere collegato con i licei o similari, bam, le immagini spariscono di botto, le parole - che sono prima di tutto suoni ma poi evocano immagini - si rarefanno sempre più, e i simboli la fanno da padroni, le pagine dei libri di matematica si riempiono di tanti simboli. Prima avevamo segni, cioè parole e immagini, e dunque intrinseche ambiguità (ma più semplicità), ora abbiamo simboli (fondamentale la distinzione hegeliana tra segno e simbolo), ora entriamo in un mondo inequivoco (ma più complesso), dove le mele e le nonne sono totalmente bandite. 
E lì cadono in molti studenti, come mele, o come pere, e cominciano a mollare la matematica, e spesso addirittura la scuola, e tante volte la vita stessa, e questo solo per colpa dell'assenza delle nonne.

(segue)

W.B. 

(*) In realtà il giovine utilizzatore della app non avrebbe particolari colpe, perché non sottopaga direttamente il rider, anzi, se vogliamo lo strapaga, perchè in realtà è chi 'offre lavoro' a sottopagare il rider; perché se il rider non fosse sottopagato, chi 'offre lavoro' al rider non guadagnerebbe sul rider, questo ce lo ha insegnato negli anni sessanta del XIX secolo il vecchio e barbuto KM (qui per 'sottopagamento' intendiamo un minusvalore rispetto al guadagno del suo 'datore'). Non è che il giovine utilizzatore della app non abbia alcuna responsabilità, perchè comunque sa benissimo che - rispetto al prezzo finale del panino - una frazione molto piccola, una microfrazione, finisce nelle scure mani del rider, ma comunque è una responsabilità indiretta. Il tema comunque è spinoso, perché Doppiovubi è convinto che parte dei suoi lettori - che ormai sono alcuni milioni - non abbiano niente contro il fenomeno del riderismo, anzi, il che potrebbe portare a un deciso crollo dei consensi in capo al NAP (Nostro Autore Preferito). E' anche vero che coloro i quali si indignano per il fenomeno del riderismo vivono serenamente in un sistema strapieno di schiavitù (e spesso loro stessi, senza esserne minimamente consapevoli, sono 'schiavi' di altri).

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