Simon Mago.

Che sia vera l'una o l'altra leggenda sulla morte di Simon Mago, Doppiovubi ha pensato, Simon Mago era davvero un pirla.

W.B.

Commenti

Anonimo ha detto…
Bene sarebbe non giudicare la persona ma gli atti. Meglio ancora il fatto, date le variabili storiche non coerenti.

In particolare, interessante notare cosa accade a chi desidera scontrarsi con la spiritualità e la fisicità del "fondamento petrino".


Paolo
Paolo
pim ha detto…
nell'uno come nell'altro caso, è morto credendo in se stesso e nelle proprie idee. cosa che, evidentemente, non salva.
W.B. ha detto…
"Stavo scherzando! Non pensavate sul serio che sarei riuscito a levare da solo la pietra dal sepolcro! Aprite, fatemi uscire!"
pim ha detto…
era un simpatico, Simone.

volevo aggiungere due righe sul commento di Paolo. Non so se essere d'accordo sul fatto che le persone si misurino dai loro atti. Lo so, è una posizione pericolosa, si rischia la deriva deresponsabilista (che però io propugno con forza). La seconda parte del messaggio è apocalittica: chi scherza con la Pietra, finisce ucciso dalla pietra.

Infine, una piccola e innocua provocazione: secondo me la doppia firma di Paolo non è dovuta a un errore.
egli é Paolo (anagrafico) ma è anche apostolo della Parola di Paolo (di T).

doppelganger.
Anonimo ha detto…
Certo l'episodio richiamato da Doppiovubi non è del tutto orientativo verso la ponderazione dell'importante tema sollevato da Pim, perché possiamo al massimo cogliere l'essenza di una storia incerta, e ricondurla a elemento sapienziale, anche con qualche battuta.

Il punto è che, in assenza di giudizio sugli atti, l'attenzione viene riposta nelle forme degli stessi e lo sforzo del giudizio si concentra nella prevedibiltà dei loro effetti, specie se negativi.

Ridurre tuttavia il tema dell'azione umana a semantica (a monte) e "rischio" (a valle), non elide, bensì sposta solo altrove il giudizio sull'atto, purtroppo solitamente dove la riflessione non porta grande fecondità, generando solo timori, sberleffi evasivi o tristi e insoddisfacenti constatazioni.

Credo invece che abbiamo la grande possibilità di scoprirci come parte integrante di un fenomeno perfettibile e avvincente, lo sviluppo umano, basato sulla responsabilità delle azioni. Non da vedere come giudizio superbo di un censore terzo e arroccato sulle proprie convinzioni, ma come fondamento di vita pratica basato sulla scoperta di ciò che siamo nell'agire, o meglio di ciò che si è nell'agire insieme. Vita activa, per sintetizzare con novecentesche parole nobili.

Sono invece certo che anche dentro la storia del più convinto assertore della deresponsabilizzazione ci siano molte azioni responsabili, vissute con questa sensibilità. Chiaramente, Pim è ben lontano dall'avere questo primato assertivo, già solo ponendo il problema in forma dubitativa.

Per di più dà esempio contrario di tale convinzione attribuendo, con ironico giudizio su una mia azione (la firma doppia), un complesso ed elaborato motivo, e ciò per eludere, con delicata stima, l'evidenza di un errore. Nessuna dualità paolina, Pim: ho semplicemente sbagliato. Ma ringrazio per la generosità.

Paolo

Post popolari in questo blog

Allahu Akbar.

Come si scrive un'enciclopedia

Quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter