Ma che colpa abbiamo noi.

In estrema sintesi.


C'è un Creatore che crea due creature. In quanto tali, le ama incondizionatamente e per questo non può non lasciarle libere, libere anche di rendersi indipendenti, di allontanarsi da Lui. Libere di soffrire. Le creature, in effetti, fanno uso di questa libertà e si separano da Lui. Da uno stato di perfezione morale, si ha la caduta nel regno del dolore e della morte.

Questo accade in un punto imprecisato di un passato remotissimo.


Oggi.

Qualcuno - immerso nel dolore - ti dice, E io dovrei pagare le colpe dei progenitori? La risposta è: sì.

Gesù ha rappresentato una via d'uscita per tutto il genere umano. La possibilità di ricongiungersi con il Creatore è disponibile e concreta. Ma ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, ogni giorno, in cui decidiamo di non compiere questo essenziale passo di riavvicinamento, stiamo così continuando a compiere la scelta primigenia, reiteriamo e realizziamo la stessa voglia di indipendenza che fu propria dei primi due. E Dio, continuando ad amarci come all'inizio, ci lascia liberi di compiere lo stesso errore.

Eh sì, è proprio colpa nostra.

W.B.

Commenti

Anonimo ha detto…
Il Creatore ha spinto nella storia e nel tempo il Suo amore come comunicazione in continua crescita. Diversa fu la condizione dei padri che vagarono nella notte oscura della colpa dei primi, attratti comunque dal ricordo tramandato della perfezione della Grazia e dall'anelito a recuperarla.

Diverso fu per il popolo in cui la comunicazione (o meglio il Verbo) si sarebbe prima declinata in leggi e poi incarnata.

Diverso è ciò che è accaduto quando il Creatore ha patito la condizione di oggetto di disposizione dell'altrui arbitrio distorto, in quanto Figlio dell'uomo, portandosi addosso le stesse debolezze dei simili in carne pur senza trasmissione della colpa.

Diverso è ciò che è stato ed è alla portata di coloro che vennero dopo, benedetti dalla presenza attiva e costante di un Difensore.

E la cosa stupefacente è che portiamo in noi l'immagine e la somiglianza con il Creatore nella Sua triplice persona, che muoviamo in questa storia come parti realmente attive solo quando acconsentiamo al riavvicinamento; che per questo beneficiamo delle tre DIVERSE libertà del Creatore, che crea, salva e dà vita. E come nel Cantico, in questa rincorsa tra sposi che si cercano, siamo nella condizione di poter aderire alla purezza per le nozze eterne. Per l'unione senza confusione, senza perdere quindi la nostra ineludibile unicità.

Eh sì, tutto questo, senza merito alcuno.

Paolo

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