Non è mica un gioco.
G: “Allora,
lei testa e lei croce, va bene?”
A: “No,
non va bene per niente!”
G: “Moderi
i termini.”
A: “Scusi.
E’ possibile che lui abbia sempre croce ed esca sempre croce?”
PM: “Il
codice è stato rispettato. Una volta scelgo io, una volta sceglie la difesa.”
A: “Appunto!
Ha scelto anche prima! Adesso tocca a me… e io scelgo croce.”
G: “Avvocato,
lei ha scelto poco fa.”
A: “Ma
era in un’altra causa, il pubblico Ministero è cambiato, il codice…”
G: “Avvocato,
abbia pazienza, il Giudice sono io. Lei testa, e il pubblico Ministero croce.”
A: “Signor
Giudice, quand’è così io accetto la mia croce, nel senso che va bene testa.”
PM: “Non
faccia battutine, avvocato, qui non c’è niente da ridere. Non è un gioco.”
G: “Il sostituto Procuratore ha ragione. Adesso
basta. Vado?”
A: “Tiri.”
PM: “Vada.”
La moneta cade dal banco del
Giudice e rotola via. Il pubblico Ministero e l’avvocato la rincorrono con le rispettive
toghe che svolazzano, invero un po’ divertiti, come fossero bambini. Il Giudice
allunga il collo come un’oca, per cercare di vedere come va a finire.
PM: “Croce!
Ho vinto io!”
A: “Io lo
sapevo.”
G: “Bene,
allora l’imputato è colpevole. Pena di, direi, mmh, vediamo… quattro anni! Avanti
un altro. Su, su!”
W.B.
Commenti
Suvvia, bando al pessimismo, non è mica un gioco...
Paolo
con la differenza, di non piccola importanza, per cui il gioco non dura il tempo del lancio di una monetina, ma dieci anni.
se dev'essere monetina, che monetina sia.
meglio una giustizia rapida che una giustizia lunga.
tanto, caro Paolo, saremo giudicati - meglio - più avanti.
no?
Eh sì, era complicato, ma scommetto che Doppiovubi ha intuito anche il mio sottile gioco umoristico di deduzioni.
:)
Paolo