Proprio non ci siamo



Tram n. 16. Una sera di tarda primavera. Ore 19.20.
Doppiovubi, come al solito, sta leggendo.
Dietro di lui una voce. Un uomo parla a un altro uomo.
- Anche questa cosa del mettersi lì in ginocchio in metropolitana. E’ insopportabile. L’uomo deve essere homo erectus  [qui l’altro uomo ridacchia], è stato fatto erectus, non deve stare seduto. Se chiedi la carità, devi stare in piedi, no? Almeno stai in piedi. E poi questi cartelli, ho fame, se hai fame dillo, apri la bocca e parla, no? No, no, proprio non ci siamo.
L’altro uomo, che non ha risposto quasi niente ma ha soltanto ascoltato, passa davanti a Doppiovubi, saluta il suo interlocutore, e scende. A quel punto Doppiovubi deve conoscere la faccia di colui che ha parlato.
Ora tocca a Doppiovubi scendere. Si gira, e finalmente lo vede.
E’ molto ben pasciuto. Indossa una giacca nera. Sotto la giacca nera, una camicia grigia. Nel colletto rotondo, alla coreana,  della camicia grigia c’è un’apertura. Attraverso l’apertura si vede un quadratino di materiale plastico. Il quadratino è bianco.
Il prete prende da una borsa un borsello nero di pelle, con consumata perizia fa fare alla zip tre giri veloci sui tre lati ed estrae con rapidità quella che chiaramente è una Bibbia.
I bordi delle pagine sono dorati.
Il prete concede uno sguardo fulmineo e distratto a Doppiovubi. Decide in una frazione di secondo che Doppiovubi non gli interessa e quindi smette subito di guardarlo. Poi – con ostentata intensità – si mette a leggere, con una mano a raccogliere pensosamente il mento.

W.B.

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