La ricerca della felicità (5)



Fino a qualche anno fa, nel calcio - per indicare la rete segnata - si scriveva ancora “goal”, con la “a”.
Poi, lentamente, ma inesorabilmente, la “a” è scomparsa.
Nessuno scrive più “l’Inter ha subito un goal all’ultimo minuto”.

La parola “goal” è chiaramente di origine inglese.
Il miglior dizionario etimologico inglese on-line dice:

goal (n.) 1530s, "end point of a race," of uncertain origin. The noun “gol” appears once before this, in a poem from early 14c. and with an apparent sense of "boundary, limit." Perhaps from Old English *gal "obstacle, barrier," a word implied by gælan "to hinder." Or from Old French gaule "a pole," from Germanic; or a figurative use of Middle English gale "a way, course." Sports sense of "place where the ball is put to score" is attested from 1540s. Figurative sense of "object of an effort" is from 1540s.”.

Dal che scopriamo che:
a) alla Gazzetta dello Sport sono inopinatamente eruditi sulla poesia del 1300, perché all’epoca non esisteva la “a”;
b) il senso figurato esiste da quasi cinquecento anni.

Ecco dunque che il ponte era là, l’obiettivo, lo scopo, il “gol” da raggiungere.
Averlo là davanti, e averlo sempre più vicino, dava un significato alla strada per raggiungerlo.
Di più, il cammino acquistava un significato che, senza il ponte da raggiungere, non avrebbe avuto.

(segue)

W.B.

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