Non è mica un gioco.
G: “Allora, lei testa e lei croce, va bene?” A: “No, non va bene per niente!” G: “Moderi i termini.” A: “Scusi. E’ possibile che lui abbia sempre croce ed esca sempre croce?” PM: “Il codice è stato rispettato. Una volta scelgo io, una volta sceglie la difesa.” A: “Appunto! Ha scelto anche prima! Adesso tocca a me… e io scelgo croce.” G: “Avvocato, lei ha scelto poco fa.” A: “Ma era in un’altra causa, il pubblico Ministero è cambiato, il codice…” G: “Avvocato, abbia pazienza, il Giudice sono io. Lei testa, e il pubblico Ministero croce.” A: “Signor Giudice, quand’è così io accetto la mia croce, nel senso che va bene testa.” PM: “Non faccia battutine, avvocato, qui non c’è niente da ridere. Non è un gioco.” G: “Il sostituto Procuratore ha ragione. Adesso basta. Vado?” A: “Tiri.” PM: “Vada.” La moneta cade dal banco del Giudice e rotola via. Il pubblico Ministero e l’avvocato la rincorrono con le rispettive toghe che svolazzano, invero un po’ divertiti, com...