Io crescerò, felice per il mondo andrò.
Da un po’ di tempo a questa parte, si fa un gran parlare di “crescita” economica. Tutti gli economisti affermano risoluti che bisogna “crescere”. Ci vuole la “crescita”. Il P.I.L. deve “crescere”. Doppiovubi afferma che l’idea della crescita è malsana, nefasta e perniciosa, e ciò per (almeno) due motivi. Il primo è che in natura, in un sistema chiuso, non ci può essere crescita, bensì soltanto un diverso ri-equilibrio, a somma comunque zero; la crescita è contraria alla legge di conservazione della massa, enunciata da Antoine-Laurent de Lavoisier nel 1789 (*), che, in termini volgari e non chimici stricto sensu, dice che nulla si crea e nulla si distrugge, bensì tutto si trasforma. Quindi “crescere”, sotto il profilo concettuale, è sostanzialmente impossibile (**). Il secondo motivo è strettamente correlato al primo: il concetto di crescita implica necessariamente un aumento quantitativo, mentre occorrerebbe semmai una diversa – e migliore - qualità delle attività e delle produzione. N...