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Lei gli aveva detto:
"Ma perché non hai scritto un post sulla nascita di tua figlia?"
Non era una domanda, era una specie di rimprovero. Lo percepì come tale, anche se non lo era.
D'altronde, erano quarant'anni, e oltre, che interpretava tutto quello che era diretto a lui come un ininterrotto rimprovero.
Già, perché non aveva scritto un post sulla nascita della loro figlia.
In realtà non si sentiva all'altezza, temeva di scrivere un post inadeguato all'evento più bello della sua vita.
"Perché lo fanno tutti. Non mi va, è un momento intimo. Non me la sento di renderlo pubblico.", le disse, poco convinto.
"Ah." concluse M., poco convinta.

Aveva avuto paura di non saper rendere con la parola scritta, come sarebbe stato giusto, l'emozione che provava nel vedere quell'esserino dormire beatamente, con i due pugnetti sollevati sopra la testina. L'emozione che provava quando i due occhietti, con ventisette giorni di vita e di esperienze, lo guardavano perplessi, cercando di interpretare quella che - come dicono - dovrebbe essere un'ombra sfuocata.
L'emozione totale di sentire un amore senza confini, verso quella bambina e verso colei che l'aveva generata.

W.B.

Commenti

Antani ha detto…
Bella li, zio...

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