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L'amico S. gli aveva scritto, in un commento a un post del suo blog, che ci sono soltanto due soluzioni: la consolazione della pagina e la contemplazione della natura. S. aveva anche scritto che le due soluzioni in realtà erano una sola.

Da un po' di tempo lui non capiva bene il pensiero dell'amico S., che alle volte era effettivamente troppo oscuro.

S. gli aveva detto:
"Ascoltami, U., tu hai scelto la consolazione della pagina, ma non hai raggiunto alcuna consolazione."
"Chi ti ha detto che ho scelto la consolazione della pagina?", gli disse U.
"E' chiaro."
"E' chiaro solo a te.", replicò U. con fermezza.
"Dici? E' chiaro solo a me?"
S. non era più tanto convinto.

U. da tempo aveva capito che quando l'amico S. formulava asserzioni perentorie, era sufficiente mantenere la calma e confutarlo con fermezza. A quel punto S. dimostrava tutta la sua fragilità e metteva in dubbio tutte le sue convinzioni.

"E' chiaro solo a te, io non ho scelto la consolazione della pagina."
"Bene, allora."
"E se non ho scelto la consolazione della pagina, significa che non è vero che non vi ho trovato alcuna consolazione."
"Però è vero che non hai consolazioni?"
"E' vero - ammise U., amaramente - non ho consolazioni."

W.B.

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