Aleksandr Nevskij.

Doppiovubi ha finalmente visto il capolavoro del Maestro Ėjzenštejn.
Quando Doppiovubi ha scoperto che era parlato, ha tirato un sospiro di sollievo.
Alla fine, paradossalmente, gli è risultata più leggera La corazzata Potëmkin, pur essendo quest'ultimo notoriamente un film muto.

La trama in breve: i Tèutoni attaccano la Russia. I Russi, guidati dal principe Nevskij, già vittorioso sui Mongoli a est, sconfiggono i Tèutoni. Fine.

E' evidente che Ėjzenštejn ha ripreso - abbastanza male - il modello stalloniano già presente in Rambo II, Rambo III e John Rambo (e scopiazzato anche in Commando dall'invidioso Schwarzenegger). Il principe Nevskij, vittorioso sui Mongoli, si è ritirato a pescare con i suoi soldati, lontano dalle tragedie della guerra. Quando gli abitanti di Novgorod si sentono minacciati dai Tèutoni (che sono cattivissimi, tanto da scagliare i neonati nel fuoco, vivi), vanno a scongiurare il Principe di aiutarli e di capeggiarli. Il Principe accetta e vince, come detto.
Stallone e Schwarzy hanno poi sagacemente ampliato il cliché: l'eroe ritirato a vita privata inizialmente nicchia, poi lo fanno incazzare (normalmente uccidendogli una persona cara), al che scende in campo e si salvi chi può.

W.B.

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