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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

Il valore antropologico di Milan-Barcellona.

Quando Maxi Lopez ha gonfiato la rete siglando il (purtroppo momentaneo) 2-1 nella semifinale di Coppa Italia contro i malefici bianconeri, Doppiovubi ovviamente ha esultato, scattando in piedi con i pugni chiusi. Quel gesto istintivo ha costituito una sorta di folgorazione sauliana per lo stesso Doppiovubi, il quale ha riflettuto lungamente sul senso ultimo di quella esultanza ed è giunto a importanti conclusioni sotto il profilo antropologico (1). Quello che Doppiovubi sta per dire nulla ha a che vedere con la miriade di interpretazioni sociologiche del fenomeno calcistico, bensì è da inquadrarsi in un’ottica, per così dire, naturalistica e a livello generalissimo. Procederemo spinozianamente per gradi, avvertendo il lettore che, nella concatenazione causale, more geometrico , da un grado al successivo, si stempera progressivamente la percezione della causa prima, che viene per così dire ‘inquinata’ dagli ulteriori elementi di carattere contingente e sociologico, fino a diluirsi

Alien.

Ed ecco che l’alieno in missione sul pianeta Terra decide di assumere le precise sembianze dello studente dodicenne ultra-secchione delle scuole medie inferiori, si presenta alla chetichella in classe nonostante il vero e ignaro studente usurpato sia rimasto a casa con trentanove di febbre proprio il giorno in cui la scolaresca si recherà in Università per fare il classico tour finalizzato a (tras)formare anzitempo il destino dei giovani virgulti in base alle necessità sociali piuttosto che individuali. Segue la fedele trascrizione, a un dipresso, del dialogo tra il travisato alieno e l’illustre professorone di biologia, davanti alla imbarazzata e sbalordita maestra. A: “Professore, professore, una domanda!” P: “Prego, giovanotto, ho ancora qualche secondo prima di una importante lezione!” ( la maestra fa cenno all’alieno di stringere, ammiccando - per compiacerlo - al professore, che oltre tutto le piace non poco, anche in quanto bell’esemplare di maschio ) A: “Se ho ben ca

Una focaccia indigesta.

(breve digressione calcistica che i lettori di Doppiovubi gli perdoneranno) Dopo il gol-fantasma di Muntari in Milan-Juventus, i bianconeri hanno difeso il dottore commercialista maceratese, il bravo guardalinee Roberto Romagnoli, perché "l'arbitro è un uomo, e può sbagliare". Oggi, dopo che è stato fischiato un fuori-gioco alla Juventus, nonostante l'ultimo difensore genoano avesse ben mezzo laccio di una scarpa in linea con l'attaccante bianconero, il trapiantato e i suoi accoliti sono coerentemente entrati in un iracondo silenzio-stampa. W.B.

E polvere ritornerai.

Pensava, Doppiovubi, che tutte le interviste che ha rilasciato, gli studi che ha svolto, l'auto-esaltazione relativa al suo essere magist r ato sin da giovine, il presunto contributo alla formazione della carta , come la chiamava lui, la patetica convocazione delle reti unificate per affermare la propria resistenza al complotto ordito, il suo pugno chiuso a contenere il mento antiesteticamente troppo pronunciato nelle fotografie appese negli edifici pubblici, l'impegno politico antiberlusconiano , e la dignità, la verità etc. etc., ebbene, tutto questo non solo non esiste più, ma non è servito a niente, e lui e le sue opere e i suoi pensieri saranno presto dimenticati da tutti, e quei pochi uomini che se ne ricorderanno, moriranno e i loro ricordi si dissolveranno. E poi, pensava ancora Doppiovubi, questo vale per tutti noi. W.B.

Era destino.

" L'unico filosofo contemporaneo ad aver meditato su questo concetto in maniera originale è stato Heidegger. Nel paragrafo 74 di "Essere e tempo" distingue lo "Schicksal" a cui sono esposte le scelte individuali e il "Geschick" collettivo del "popolo"; il secondo concetto sarà valorizzato nel periodo 1936-1942 per designare il "destino dell'essere", la logica nascosta del pensiero occidentale in cui l'essere si apre ai diversi progetti ontologici della metafisica, pur al tempo stesso sottraendosi nel nascosto e restando quindi il non-pensato ". (A. Magris, voce Destino , Enciclopedia Filosofica Bompiani, pag. 2748). I lettori di Doppiovubi ancora non lo sanno - è presto - ma era destino che fosse proprio Martin, e non altri, a elaborare questi concetti. W.B.