In picchiata
E’ seduto scomposto sulla poltrona di pelle alle partenze. La mano sinistra in tasca. La destra maneggia l’ iPhone con perizia. Indossa la tuta sociale e volutamente tiene il cavallo dei pantaloni troppo basso. Alle orecchie campeggiano cuffie enormi, modello anni ’80, come vanno ora, bianche, che fanno contrasto sulla sua pelle nerissima. Il volume è eccessivo e la musica si percepisce a distanza. Non può sentire le chiamate dei voli, ma tanto non gli interessano. E’ immobile, lo sguardo assente. Ogni tanto la mano sinistra esce lentamente dalla tasca, per aggiustarsi la cresta ossigenata. Il borsone bianco-celeste è già stato imbarcato. Una volta bisognava portarselo a spalla, il borsone. Ora ci pensa qualcun altro, bisogna pur preservare le energie per la gara. Il suo bagaglio a mano è costituito soltanto da un borsello lucido e nero, di plastica, con un brand bianco - privo di qualsiasi significato - alla moda. Nel borsello ci sono, un portafogli, un accendino, un pacchetto ...