Indig-nados.

Sì, Doppiovubi ci ha provato in tutti i modi a seguire l’istinto lessicale che pur non gli difetta, al fine di scovare nei meandri della sua amplissima e invidiata memoria linguistica un termine che potesse attagliarsi con assoluto rigore al fenomeno, come un predatore alla ricerca di una sola parola perduta, diremmo una sola aggettivazione, o anche per esser più tecnici, un’unica predicazione, utile e atta a divenir precisa e sottil didascalia di tutto ciò che questi bizzarrissimi esseri umani – sempre in movimento ma anche, ossimoricamente e dunque paradossalmente, in perenne assemblea statica con, invero costose, tende di foggia canadese - gli evocano, un concetto, anche se ineffabile, scolpito, come si suol dire, all’inseguimento della possibilità - con un singolo lemma - di azzeccare l’idea platonica, l’eidon, l’immagine, il coito fecondo tra linguaggio e senso visivo, la sintesi, l’Uno pitagorico che concilia gli opposti, la schiuma dell’onda dell’inconscio collettivo che accarezza il Vero, e si è sforzato, e come se si è sforzato, e ha fatto uso di tutte le sue risorse, scritte e non scritte, sinonimi, contrari, etimologie, lemmari arcaici e radici indoeuropee, e alla fine forse, anzi no per certo, una parola splendida, mistica, robusta, immaginifica, musicale, giusta e diremmo quasi perfetta, se solo la perfezione appartenesse a questo mondo, per fotografare e carpire il fenomeno sotto tutti i suoi profili possibili l’ha reperita per davvero, rimestando nella scienza e nell’arte metaforica e nel parco illimitato delle similitudini acrobatiche, e seppur alquanto titubante riflettendo in ordine alle immancabili critiche che fioccheranno come fossero uova sulle lustre vetrine di un laido istituto bancario, sprezzante e disprezzante ha deciso con viril coraggio di offrirla e consegnarla e donarla, questa parola forte, sottile e occulta - ma ancora per pochi istanti -, appunto proprio qui ai suoi fidi lettori, quale modesto ma utilissimo contributo a discernere anche sociologicamente il vero dal falso, l’essere dal divenire, nell’ottica della retta e inarrestabile crescita evolutiva della cultura e della conoscenza umana, e allora sì che Doppiovubi ha rotto ogni indugio e ha optato per finalmente scriverla, la parola, per l’appunto proprio qui di seguito. Pagliacci.

W.B.

Commenti

Post popolari in questo blog

Allahu Akbar.

Come si scrive un'enciclopedia

Quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter