Articolo 629.

Dopo aver constatato che effettivamente i suoi lettori, o meglio, alcuni dei suoi lettori travisavano, anche gravemente, quello che scriveva, scosse la testa amareggiato, e decise che per questo motivo non avrebbe mai più scritto niente. Spense il computer portatile e l'abat-jour.
Quasi subito si addormentò, nervoso, come d'abitudine sul fianco sinistro.

Sognò un Globo di luce, sospeso nell'aria.
E rimanere al cospetto del Globo gli procurava benessere.
Osservando con più attenzione, scoprì che il Globo era vivo.
Lo toccò con cautela e percepì che tra il Globo e lui non c'era differenza, perché il Globo era lui stesso.
Se non che il Globo sapeva tutto, mentre lui non sapeva niente.
Per questo gli pose una domanda.

Dimmi, ti prego, per quale motivo mi sento così infelice, alle volte.
Per molti motivi.
Spiegamene almeno uno.
Quando hai deciso di incarnarti, pensavi che saresti stato libero.
Non è così?
La paura, la tua paura di fare quello che vorresti fare, soffoca ogni libertà. Temi di deludere soprattutto le persone che ami. Hai la sensazione di vivere costantemente sotto un ricatto morale.
Questo mi rende infelice?
Questo crea un conflitto dentro di te, tra il tuo anelito di libertà e la paura di sperimentare chi sei davvero. Come ogni opposizione, assorbe gran parte delle tue energie.
Cosa dovrei fare, allora?
Comincia a non giudicare.

Quando si svegliò, sereno, decise che avrebbe scritto ancora, e costruì un post su ciò che aveva sognato, intitolato - come il Globo, senza usare parole, gli aveva suggerito - Articolo 629.

W.B.

Commenti

Unknown ha detto…
Gli inerlocutori e il loro contenuto interlocutorio vanno definiti fino in fondo, altrimenti si rischia di perdere pezzi importanti di realtà. Ad esempio, quell'espressione finale potrebbe essere così conclusa: "Comincia a non giudicare... male". L'indefinitezza può mutare facilmente le disposizioni dell'anima in estorsioni, con un semplice salto codicistico.

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