Poco prima che si addormentasse.
Lei lo osservava, poco prima che si addormentasse.
Non osava avvicinarsi a lui. Lo osservava, nella camera da letto. Lui si muoveva stanco, toglieva la sua maglietta verde e - per il caldo della Romania (si trovava segretamente a Costanza, per questioni di sicurezza, anche se tutti credevano fosse in Ucraina) - si sdraiava, esausto, sul letto, a torso nudo, sotto il fresco del ventilatore a soffitto. A lei non piaceva quella ventola, la infastidiva.
Lei lo osservava. Lui non si era nemmeno girato verso di lei. E forse era meglio così.
Era in carne, non grasso, ma in carne. A lei piaceva. Lo osservava a lungo, senza muoversi, come faceva con gli altri. Lui prese il suo smartphone, lo sollevò con la mano destra, mentre il braccio sinistro era ripiegato dietro la nuca.
Lei cominciò a desiderarlo. Sentiva tutto il suo odore, sottilissimi effluvi di afrore che emanavano dalla sua pelle. Il suo calore, lo percepiva tutto dentro di sè. Ma rimase ancora immobile, a osservarlo. In fondo, lo temeva. Tutti lo temevano.
Infine gli occhi di lui si chiusero per la stanchezza. Lei sapeva che cosa doveva fare. Era lì per lui.
E fu così che lei, leggera e silenziosa come sempre, gli si avvicinò e - senza che lui nemmeno se ne accorgesse - si appoggiò su di lui. Il desiderio di lei, ormai incontenibile, doveva essere liberato. I suoi istinti erano prorompenti. Adesso.
Infilò lo stiletto nella sua carne.
Individuato un buon capillare, infilò lo stiletto boccale nella sua carne e aspirò il sangue con godimento, si staccò lieve dalla sua pelle e, ancora stordita per l'abbondante suzione, volò nuovamente sul soffitto.
W.B.