L'ombra di Marcus.

“Cammino tranquillamente nel bosco. Sento l’odore dell’umidità, ascolto il rumore delle foglie sotto i miei scarponi e ogni tanto il richiamo di un uccello. A tratti sono felice per l’assenza di umanità intorno a me.”

“Assenza di umanità. Vada avanti.”

“Poi mi prende l’inquietudine. Mi sento minacciato. Mi guardo intorno e l’ansia cresce sempre di più.”

“Qual è il pericolo?”

“Non lo so, qualcosa mi dice che si tratta di un serpente, un serpente velenoso e pericolosissimo, ma non riesco a vederlo, dev’essere nascosto tra le foglie.”

“Quindi, cosa fa, scappa?”

“No, cerco di vedere, di capire, ma il serpente non si vede né si sente. E’ proprio questo che mi terrorizza. Non vedere il pericolo.”

“E se riuscisse a vederlo?”

“Lo combatterei. Proverei a schiacciarlo. Ma non lo vedo. Eppure so che c’è.”

“Questo sembrerebbe positivo, voglio dire, il desiderio della lotta. E poi?”

“Poi mi sveglio.”


*** *** ***

Si fa un gran parlare, di questi tempi, di Goldman Sachs. Doppiovubi ha letto qualcosa al riguardo (soprattutto gli è risultata interessante la storia dell’ebreo fondatore). Poi ha pensato, Perché non andarci. Non a Jersey City, alla Goldman Sachs Tower. No, molto più semplicemente Doppiovubi ha progettato di recarsi alla filiale di Milano – l’unica italiana – , in piazzetta Maurilio Bossi al civico 3. Così il vostro eroe ha inaspettatamente e improvvisamente (*) deviato da via Broletto e di soppiatto si è avvicinato alla banca d’affari più influente del pianeta Terra.

Ed ecco Doppiovubi tutto solo e spaurito, al cospetto dell’Edificio. Con somma sorpresa, Doppiovubi non ha individuato alcuna traccia della GS. Non un cartello, una targa. Non un citofono, un’etichetta. Non una cassetta delle lettere, nemmeno il più piccolo segno di riconoscimento. Niente di niente.
Eppure Goldman Sachs è lì, e non c’è possibilità di errore. Doppiovubi ha alzato lo sguardo alla ricerca di un dettaglio – la banca dovrebbe trovarsi al quarto piano. Anche soltanto una minuscola decalcomania azzurro-bianca appiccicata maldestramente a una finestra, alla maniera italiana.
Niente di niente. Goldman Sachs è invisibile, ma c’è.

W.B.

(*) Da qualche tempo Doppiovubi ha la netta sensazione che qualcuno gli cammini proprio dietro alle spalle. Ne è convinto. Poi si gira, e non c’è nessuno. Eppure avverte chiaramente una presenza.

Commenti

Anonimo ha detto…
Doppiovubi, per scoprire certe invisibilità bisognerebbe "stare in trincea". Magari chiedendo di essere ammesso al prestigioso Clifford Chance, che ha sede nello stesso palazzo, oltre che in altre 32 sedi per un totale di 20 Paesi nel mondo. In certi posti da padroni dell'universo non occorre mettere la targhetta, si tiene un profilo volutamente basso.

http://www.youtube.com/watch?v=Wo8tRtnRfJo&feature=related

A proposito, contro certi soggetti - come quello della clip -occorre ingaggiare una battaglia dentro se stessi in cui restare da soli è pericoloso, perché è naturale nella solitudine avere paura dei "fantasmi". Inoltre, non è quello l'invisibile da cercare. Quello buono non sta mai alle spalle, ma sempre davanti, come un padre, o a fianco, come un angelo custode o un fratello.

Paolo

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