Un'esperienza mistica.

Di recente Doppiovubi ha accompagnato sua madre, che ha ben ottantasette anni, a fare la vaccinazione anti-influenzale dal medico c.d. 'di base'. 

In realtà, ben si potrebbe entrare in farmacia e comprare la scatolina contenente una siringhetta in formato mignon, già pronta all'uso. Doppiovubi ha quasi sempre fatto così: pagava (molto più del dovuto, ma il farmacista deve pur nutrirsi), tornava a casa con il suo sacchettino semitrasparente, pure lui mignon, con la croce greca verde sopra, sacchettino di un materiale stranissimo dicono biodegradabile lo puoi pure mangiare senza conseguenze anche se non sei un pesce, e che si distrugge solo con la forza del pensiero, tirava fuori la siringhina e con atto di coraggio degno di un pelide Achille infilava, con gesto rapido come fosse una katana, il minuscolo ago nel suo molliccio deltoide, sentendosi pure figo per questo. In realtà la cosa più utile di tutta l'operazione è che la siringhina mignon in genere, dopo l'iniezione, è sempre stata ri-utilizzata da Doppiovubi per aspirare inchiostro Pelikan dalla boccettina e spararlo dentro la cartuccia della sua stilografica, onde risparmiare sulle cartucce usa-e-getta e continuare a usare per anni e anni la stessa cartuccia. Doppiovubi si è sempre trovato bene con tale siringhina mignon, ad aspirare l'inchiostro, e quindi vi consiglia di vaccinarvi. Si sappia, in ogni caso, che i documenti scritti a mano dal Doppiovubi contengono una frazione microscopica di vaccino anti-influenzale.

Comunque è un dato di fatto che il SSN rilascia una certa dose di denaro al medico 'di base' (denaro che proviene dall'Erario, e quindi dagli inoculati stessi, ma anche da quelli che non sono stati inoculati) per il fatto che il medico 'di base' ti inocula. Doppiovubi non sa esattamente quanto denaro il medico 'di base' percepisca per ogni inoculazione, o inoculamento, o inoculaggio, ma per certo e di vero non si tratta di centesimi di euro. D'altra parte il tempo del medico 'di base' è prezioso, e quindi è giusto che sia pagato per questa inoculata che ti dà, che è attività supplementare (anche se il medico 'di base' percepisce già uno stipendio, che dovrebbe essere fisso, a prescindere da quello che fa, perchè il medico 'di base' mica guadagna 'a cottimo' o a provvigione, non è un agente immobiliare). Qualcuno potrebbe dire: sì ma con l'inoculata che ti pratica il medico 'di base', costui si assume una forte responsabilità, se qualcosa dovesse 'andare storto'; quale sia, in concreto, questa responsabilità non si capisce benissimo, però i giuristi dicono che ci sia, e noi crediamo sempre ai giuristi. Per esempio, potrebbe sfuggirgli di mano la siringhina e involontariamente accecarti. Comunque sia, l'inoculaggio non è nel suo 'mansionario'; per esempio, il personale A.T.A. (che una volta si chiamava in un altro modo, ma adesso è giustamente considerato offensivo) della scuola elementare dove sono andati ambedue i figli di Doppiovubi, a un certo punto, alla mensa, dava da mangiare i piatti freddi ai bambini perché gli addetti A.T.A. dicevano che mettere i piatti nel micro-onde e schiacciare il pulsante relativo non rientrava nel loro 'mansionario', e dunque volevano più soldi, cioè un compenso supplementare rispetto al normale, onde compensare -appunto- l'imprevista fatica della pressione del pulsante e dell'apertura dello sportello dopo il triplice fischio di compiuto riscaldamento. E' dunque ben comprensibile che un medico 'di base' voglia più soldi per inocularti, ed è assolutamente giusto che sia così. In definitiva Doppiovubi sostiene che i medici che inoculano debbano percepire un equo compenso, vista l'indiscutibile importanza sociale della funzione. Ma non divaghiamo.

Il medico 'di base', che poi è una medica, o una medico, o unə medicə (abituiamoci a usare finalmente lo schwa, anzi, ələ schwa, non si capisce perchè tale carattere debba essere al maschile) ha lo 'studio' al terzo piano di una casa 'di ringhiera'; si accede salendo a piedi (l'ascensore ha la chiave, riservata ai condomini). Comunque ələ medicə fornisce -su richiesta- le chiavi dell'ascensore, ma è una procedura un po' laboriosa e farraginosa, e quindi si fa prima a salire a piedi. Doppiovubi e la sua ottantasettenne madre si inerpicano, e arrivati in prossimità dell'ingresso, lungo le scale in penombra, constatano che c'è una coda formatasi sulle scale stesse, cioè un 'serpente' (metaforico, s'intende) di 'mutuati' (o 'assistiti') che arriva sino al punto intermedio tra il secondo e il terzo piano. Doppiovubi con piglio contestatore  esclama Ma che roba è mai questa, ecchè adesso ci fanno stare in attesa sulle scale, e un mutuato risponde piccato C'è il Covid, non si può entrare nella sala d'attesa, e Doppiovubi dice Dove sta scritto, e il mutuato, L'ha detto la Dottoressa. Ecco, quel "L'ha detto la Dottoressa" è stato pronunciato come un salmodiante salmodia timoroso il nome di Dio,  e quando Doppiovubi ha percepito quella frase trasudante di metus, ha capito che il Medico ormai è definitivamente assurto a Divinità, e nominare invano il Suo Nome è atto blasfemo che reca conseguenze che è meglio non sapere. Doppiovubi opta dunque saggiamente per il silenzio. Il fedele Mutuato accoglie con soddisfazione il silenzio di Doppiovubi: con la Divinità non si scherza.

Poco dopo 'la Dottoressa' mette la testa fuori dalla porta d'ingresso, come Giove che fa capolino tra le nubi dell'Olimpo (e Doppiovubi costernato - non vedeva ələ medicə della madre da qualche anno - si accorge con subitaneo orrore che sulla testa dələ medicə campeggia un'inguardabile tinta di capelli fattincasa da discount), e 'la Dottoressa' dice:

"Ma cosa fate in coda sulle scale, entrate, no? mettetevi in sala d'attesa!"

Il Mutuato salmodiante si butta -metaforicamente- in ginocchio e tremolante osa dire, temendo un'imminente folgorazione Ma Dottoressa prima lei ci ha detto di non entrare in sala d'attesa.

"Ma cercate di ragionare, prima era piena, adesso è vuota, cosa fate sulle scale?"

I fedeli, lentamente, con riverenza e a capo chino, salgono le scale e disciplinatamente si introducono in sala d'attesa, in umile attesa, appunto, di essere inoculati, uno a uno, ed essere, così, Salvàti.

W.B. 



 

  



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