[Intervallo-4 : Good Enough]
Se tutto è perfettibile, allora è logico che, tra il compiere un'azione in modo pessimo, totalmente errato, e il compierla in modo perfetto, totalmente giusto, come la compirebbe un ipotetico Essere Perfetto, intercorrono infinite graduazioni. Si tratta di due punti estremi. E' evidente a tutti che ogni azione è indirizzata a un fine. Il giocare una partita a tennis è compiuto in vista di un fine, che può essere quello di vincere la gara, di divertirsi, di 'primeggiare', di migliorare la propria tecnica, di allenare i muscoli, di adempiere a un obbligo (morale o sociale), di compiacere qualcuno o semplicemente di 'passare il tempo' (o anche implica alcuni di questi fini insieme, o addirittura tutti; ma ce n'è sempre uno 'primario'). In ogni caso, uno scopo non può mai mancare. E ciò anche se il soggetto non se ne accorge. Infatti raramente, ormai (anche se sembra incredibile), gli esseri umani sono consapevoli del fine (o dei fini) per cui compiono ...