Essi.

Ormai dovrebbe essere chiaro, Doppiovubi non è ‘normale’.

Doppiovubi vorrebbe essere ‘normale’, proprio come tutti gli altri, ma non lo è.

Vorrebbe davvero assomigliare a tutti quelli che lo circondano.


Ma non sa come fare.


Doppiovubi, che, pur non essendo ‘normale’, è un -abbastanza- discreto osservatore, scruta e studia il prossimo, quelli ‘normali’, e comprende che non riuscirà mai a essere come loro.


Non riuscirà mai a essere come loro, loro che hanno un sacco di certezze, che ti spiegano 'come funziona', cos’è giusto e cos’è sbagliato, che sanno, che non hanno dubbi, che hanno capito, tutto quanto, totalmente e sempre.

E Doppiovubi cerca disperatamente, da quando è bambino, qualcuno intorno a sé che, angosciosamente, non sappia, che sia travagliato da dubbi reali, che sia roso dalla sensazione di non sapere abbastanza, di sbagliare continuamente, di essere inadeguato anzi inadeguatissimo. Cerca disperatamente steli fragili, e trova intorno a sé soltanto solidissime sequoie, o - come direbbe qualcuno - solide realtà.

Essi sanno.

Sono ‘competenti’, sono forti, sono decisi, sono determinati. Educano i figli in modo giusto. Insegnano ai bambini come dovranno vivere, sia da formali ‘insegnanti’ - loro sanno come si fa, hanno vinto (diciamo) un concorso (diciamo), insegnanti, pedagoghi, maestri, professori, dirigenti scolastici molto titolati, titolatissimi, formati, qualificati, certificati, masterizzati - sia da genitori impeccabili. Loro alzano il dito indice e impartiscono lezioni di vita. Poiché essi hanno vite perfette, e le loro mogli hanno sempre torto, e i loro mariti hanno sempre torto, e i loro figli hanno sempre torto, e i loro genitori hanno sempre torto. E se loro, loro che Sanno, sono infelici è soltanto perché una massa di indifferenziati deficienti intorno a loro non consente alla loro Sapienza di emergere nella sua abbagliante luminescenza.

E quando, capita, non ‘sanno’, perchè obiettivamente non riescono ad arrivare a elevate conoscenze tecnico-specialistiche (le ‘eccellenze’ di cui si parla oggi con, di nuovo, indiscutibile sicumera, le 'eccellenze'), in ogni caso loro sanno pure scegliere quelli che sanno, loro sanno capire chi la vede giusta, il professionista, lo scienziato, il tecnico, giusti, loro sanno capire, discernere subito tra chi non sa e chi sa, e dunque il sapere di questi ultimi, per proprietà transitiva, ce l’hanno pure loro, è comunque roba anche loro, o addirittura soltanto loro, sono estrattori, o forse -chissà - soltanto squallidi ladri, di sapienza.

E quando hanno problemi di salute, loro si fidano del medico, e sanno dunque come si fa a scegliere quello giusto o quanto meno sanno da chi farsi consigliare quello giusto. E quando hanno problemi psicologici, loro consultano uno ‘specialista’, che in breve - o in quindici o vent’anni di terapia o in tutta la vita di terapia - saprà indicar loro, a sua volta con la massima certezza, la strada giustissima,  Vai di là che vai bene, perché lui - preferibilmente lei - Ha Studiato - come diceva Jerry Calà, e io sono così bravo, o brava, a seguire i suoi saggi consigli. IO sono bravo, anche a scegliere quello bravo. Pride.

E in politica Essi sanno chi ha ragione, e chi ha torto. Distinguono il capace dall’incapace. E quando votano, la loro croce è più Croce delle altre, più bella: guarda come è tracciata a ragion veduta. Il mio voto è buono e consapevole, voi siete veramente a terra, io so come si fa, voi non sapete votare le persone giuste, io sì.


E tutti costoro, Essi, che sono ‘normali’, si stringono a coorte in una maggioranza, sempre più assoluta, che tende alla unanimità - ma non raggiungeranno mai l’unanimità, per definizione, perché almeno uno stronzo, cioè Doppiovubi, finché sarà vivo impedirà loro strenuamente di toccare il numero perfetto, cioè il tutto, il famoso cento per cento che certificherà il loro BUVeS, Blocco Unitario Vincente e Sapiente.

E questa crescente e incipiente maggioranza tendente al tutto, non è detto che debba modellare il singolo che vi partecipa e informarlo di sè, perché anzi il singolo sa tutto, ha solo certezze, non sbaglia mai, e l’unico elemento che accomuna questo saggissimo individuo a tutti gli altri come lui è quello di far parte appunto di un gruppo di soggetti come lui, che sanno tutto di tutto. Ed è bello relazionarsi col prossimo sapendo sempre di essere in cattedra. Che poi anche il prossimo pensi la stessa cosa di te, non è visto come indice di incompatibilità logica, anzi, fa parte del gioco, sarà ancora più gustoso insistere con l’altro e così dimostrare la propria antropologica superiorità, intellettuale, fisica, psicologica, morale, professionale, insomma tutti i tipi di superiorità possibile in una ziggurat senza fine di cattedre sempre più alte in ultracompetizione tra loro. Essi, comunque, formano un Partito Unico, una Grosse Koalition, unificata da un idem sentire, cioè la Certezza, come faro di ciascun partecipante all'orgia fideistica, nelle proprie quotidiane convinzioni.

E costoro, Essi - ‘Essi’ suona bene, quasi quasi lo uso come titolo di questo post - hanno anche un’altra qualità, tra le milioni di qualità che vantano, cioè che ti dicono con grande certezza - ancora una volta con grandissima certezza - in un loop senza inizio e senza fine, che loro sono consapevoli persino della loro ignoranza, socraticamente sanno di non sapere. Sono talmente sapienti da sapere pure di non sapere. Anche in questo ti insegnano, ti sono indiscutibilmente superiori. Guarda me, sono umile, so di essere umile. E dopo averti convinto che sono umile, risalgo stancamente in cattedra e, da un’altezza imperscrutabile per te povero coglione, comincio a elencare la litania dei tuoi difetti, a sciorinare i tuoi errori, a salmodiare le tue mancanze. Hai sbagliato questo, così non va, questo non funziona, questo è da correggere. Essi sono assertivi. Essi dicono infine -e il cerchio si chiude e in qualche modo ti chiude-, Mica pretendo di avere ragione, ci mancherebbe altro.

E che Essi credano davvero di avere certezze, o semplicemente facciano finta di avere certezze, in ultima analisi poco importa, visto che gli effetti sono i medesimi. La loro relazione con il resto del mondo, nell'uno e nell'altro caso, è di manifesta superiorità.

E la cosa più incredibile di tutte è che Essi non si vergognano, non arrossiscono, non si imbarazzano minimamente di ostentare e nell’ostentare la loro Sapienza, o la loro non-Sapienza, o la loro Sapienza di non-Sapienza.

Essi si guardano compiaciuti allo specchio, e si dicono incessantemente a pugni chiusi Ho ragione io, Ho soltanto ragione io, Ho sempre ragione io, e continuando a ripetersi la stessa cosa - come diceva e anzi suggeriva Joseph ('Joe') Goebbels - alla fine ci credono, e diventa vera, anzi, non lo diventa, lo è, lo è sempre stata e lo sarà sempre. Ma questo è solo un banale rinforzino psicologico, la loro Certezza è ontologica, genetica, ereditaria, inscritta nei loro tessuti e inestirpabile. Essi sono Essi proprio perchè, mentre leggono questo incerto post, credono fermamente che non si riferisca a loro, ma ad altri, mentre gli Essi sono proprio loro. Se invece pensano che si riferisca, forse, a loro, forse non sono Essi. L'Esso non si riconosce come tale, insomma, mai.


E dunque da decenni, davvero da decenni, Doppiovubi si chiede, Ma qual è il loro segreto millenario, anch’io voglio ardentemente essere come loro, cioè, detto in termini sintetici, Da dove cazzo prendono le loro granitiche certezze, ivi compresa l’umilissima e perfettissima e contraddittorissima, ma comunque reiterata affermazione, di non avere certezze, vedi sopra.


Qual è il luogo occulto, il sancta sanctorum, dove rinvenire la pietra filosofale, questo loro segretissimo graal, che consente a loro, che consente che Essi si sveglino alla mattina, ogni maledetta mattina, e guardino il mondo, di più, l’universo, mettendo se stessi, se stesso, se stessa, al centro, non della galassia, ma proprio al centro di tutto quanto l’universo, l’ipotetico inizio di tutto, il bing (microsoftiano) bang. Praticamente l’universo è in espansione a partire da me. Io irradio, io sono il centro dell’universo, tutto l’universo è costruito intorno a me, come qualcun altro pure ha detto.


Dove si trova questo graal, la chiave della sicurezza di sé, altro che autostima, quella va bene per le scuole elementari, qui parliamo della propria invincibile  e superna Entità, che Essi - SuperEssi - detengono con una certezza e un’energia pari a milioni di miliardi di bombe termonucleari? 

Doppiovubi la vuole, la vuole ardentemente.


Doppiovubi è stanco, davvero stanco di svegliarsi la mattina e sentirsi come si sentirebbe un pesciolino d’argento, un lepisma saccharinum, che percorre al buio il suo casuale tragitto su mattonelle rosa sbeccate anni sessanta, alla ricerca di qualche microbriciola di zucchero, che gli consenta di sopravvivere per qualche ora di più, poi si vedrà, e improvvisamente una luce al neon si accende, e c’è un omone sudato - chiaramente sicuro di sé e pieno di certezze - che va a pisciare, e lo vede, vede Doppiovubi, e solleva schifato la ciabatta, e Doppiovubi deve scappare alla cieca appunto nel suo buco oscuro, salvarsi la vita, e mentre riesce a evitare la prima ciabattata, poi la seconda, pensa, spera, muovendo rapidissimamente le sue antenne alla disperata ricerca di un buco qualsiasi, di un anfratto, di un luogo ove riposare e rifiatare, almeno, se la ciabatta dovesse calare su di lui, spera di morire subito, in un colpo solo e secco, e di non finire per metà del suo invertebrato allungato corpicino in una scanalatura della tomaia, per terminare poi schiacciato in un pezzo di carta igienica colorata del Lidl, ancora agonizzante, misero artropode buttato nel cesso insieme a urina stagnante e poi chissà dove, rantolando in un vano anelito di impossibile sopravvivenza tra gorghi puzzolenti, residui organici di esseri tanto più sapienti di lui, poichè proprio lì merita di finire, nella loro sapienziale Merda. Doppiovubi muore nel gorgo puzzolente e mefitico, mentre Essi vivono.


Tutto questo post è nato dal fatto che Doppiovubi proprio ieri ha pensato Quando su un argomento qualsiasi lui, proprio lui, Doppiovubi legge migliaia - migliaia in senso stretto, mica per dire - di pagine scritte da chi ha dedicato la sua intera vita a quell'argomento qualsiasi, e Doppiovubi ci riflette per mesi, e Doppiovubi congettura, memorizza, rilegge, scrive, schematizza, riflette ancora, alla fine di tutto questo studiare e pensare e riflettere si interroga e si chiede Cosa so davvero di questo argomento, e si risponde invariabilmente Niente, non so veramente un cazzo, forse so una frazione di un centomillesimo di quello che dovrei sapere, e il parametro matematico su cui pesare il ‘quello che dovrei sapere’ non è Quello-che-sa-un-sedicente-esperto, ma quello che Doppiovubi pensa che si dovrebbe sapere sull’argomento qualsiasi, ed è un’utopia irrealizzabile.


E di fronte a quest’ultima considerazione, uno qualunque di Essi - non loro, Essi - risponde, risponderebbe, risponderà a Doppiovubi a cresta altissima, col petto in fuori, con la voce chiara e squillante, altitonante, e con la sicurezza totale di cui al graal sopra descritto, Ma no, sei troppo esigente, sei solo un perfezionista, guarda, Doppiovubi, ti spiego anche questo, Ti Spiego, e vedrai che dopo che ti avrò spiegato, tu finalmente capirai, tu pretendi troppo da te stesso, guarda me, io so con certezza che non bisogna mica sapere tutto, guarda ancora me, io sono fiero di quello che so, e tutto sommato sono anche fiero di quello che non so, e più non so più ne sono fiero e contento.

Doppiovubi vorrebbe solo essere 'normale', come voi.


Spiegategli, tra le altre cose che continuamente gli spiegate, come si fa, a essere, o almeno a diventare come voi.


W.B.

 


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