The Misfit.
Ben presto – come hanno spiegato Otto Rank ed Ernest
Becker, riprendendo Kierkegaard – il bambino viene proiettato, scaraventato, in un Mondo in cui si
ritrova impastoiato in una inestricabile ragnatela di obblighi, doveri – morali,
etici e giuridici, vere e proprie estorsioni (più che semplici ricatti), leggi –
umane e naturali, condizioni e divieti di ogni genere. Ovunque il bambino si
gira, si ritrova immerso in vincoli. Coloro i quali dovrebbero educarlo – i genitori,
la scuola, i giudici, le Autorità in genere - , sono ancora più vincolati di
lui. Si atteggiano fieramente a esseri dotati di libertà, ma sono più
schiavi di quel bambino. Sono malati irreversibili e terminali, e pretendono di
essere proprio loro a ‘curare’ il bambino, quasi fosse malato, aiutandolo a
crescere bene, cioè a diventare un docile e soprattutto inconsapevole schiavo. Se
siete stati attenti, Doppiovubi non si sta riferendo - in modo superficiale e rozzo
– a un ‘sistema’ socio-economico (quanto meno, non solo a esso), ma a un ‘sistema
generale’, cioè al Mondo (nulla escluso), ove il nostro bambino non ha alcun
margine di libertà.
Una delle prime strategie che il bambino impara, per
sopravvivere senza impazzire, strategia peraltro mutuata (inculcata) dai suoi cosiddetti
educatori, è quella della illusione. E’ necessario – altro vincolo – convincersi
di avere delle possibilità, di essere libero, quando è (sarebbe) solare,
limpido, cristallino, che di libertà non vi è nemmeno l’ombra. Fare finta,
dunque. Fare finta che la malattia e la morte (la tua malattia,
la tua morte) non sopraggiungano, in ultima analisi. Come si negozia – il
tema è anche di Heidegger – con la paura del morire, e con il suo contraltare,
la paura – e la conseguente logica e razionale, totale, insensatezza – del vivere?
L’essere umano conosce una sola strada, l’autoinganno, e, dopo averla bene
appresa, è la prima cosa che insegna al bambino. Ti illudi di avere potere,
quando non ne hai nemmeno un briciolo. Potere derivante dai tuoi muscoli, dal
tuo intelletto, dal tuo denaro, dalla tua autorità giuridica, dalla tua forza
di volontà, dai diritti che la legge ti ha ‘conferito’, dalla tua
bellezza, fino a forme sottilissime di potere, come quello frequentissimo di
chi – sagacemente - sfrutta il bisogno (e la paura) di altri, di essere amati (o
non esserlo più), per renderli a loro volta schiavi (stavolta di chi finge di ‘amare’,
ed elargisce gradualmente, centellinandoli, senza mai esagerare, spizzichi e
briciole di ‘amore’), in costante scacco, avvinghiati dal terrore di rimanere
soli e abbandonati.
In questo Mondo il bambino cresce e prospera, sempre più
illuso, fino a diventare un adulto, civile, educato, responsabile. Dovrà
dimostrare a tutti la sua forza e il suo potere, pena l’ostracismo e l’abbandono.
Dopo qualche anno, come si suol dire, ci farà il callo, e nemmeno metterà
più in discussione di avere potere e facoltà, libertà insomma, e quando un
qualsiasi Doppiovubi che passa per strada glielo ricorderà, si metterà a ridere
fragorosamente; è lui, Doppiovubi, l’illuso, è lui, il misfit, Colui Che
Non Ha Capito Niente. Noi siamo quelli che hanno ragione, perché, prima
di tutto, siamo in tanti, tantissimi, anzi, siamo quasi tutti. Noi
siamo Trump, Ibra, Bezos, Davigo, Charlize, Eco, noi siamo quelli che sono
amati, ci amano per il nostro potere, e ci invidiano. Noi siamo liberi.
Così tutta la nostra vita
diventerà lotta, combattimento, resilienza.
Questa è la parte descrittiva
del problema, ma da Doppiovubi ci si aspettano soluzioni.
Hai detto niente. Il vero
problema è che – nessun dubbio in proposito - passerete attraverso questo banalissimo
post come attraverso l’aria. Nulla rimarrà in voi, nulla in voi sarà
mutato. Un refolo di vento, poi tornerete alla vostra vita di sempre.
Doppiovubi però, come sempre,
altrimenti non sarebbe Doppiovubi, ci prova ugualmente. Doppiovubi è il
portiere che si tuffa anche se è certo che non raggiungerà mai la palla che sta
entrando nell’angolino. Doppiovubi prova almeno, timidamente, a sollevare un
dito indice, verso una direzione. Prova, per l’appunto, a indicare. Indicare
un sentiero, una via, un percorso, quello che – secondo Doppiovubi – non è un
percorso, ma il percorso, l’unica speranza possibile, l’unica
strategia possibile per venire fuori da questo labirinto di specchi. E’ un percorso
pericoloso, pauroso, arduo. E’ il bosco tetro che trovate nelle favole, quello
che da bambini avete imparato accuratamente a evitare. Proprio lì dovrete
infilarvi.
C’è una precondizione, per
incamminarsi lungo quel percorso. E la precondizione è la strada stessa, e allo
stesso tempo rappresenta l’uscita dal labirinto. Soltanto chi accetta la
precondizione ne uscirà sano e salvo. La soluzione è la consapevolezza del
problema.
Dovete fare una cosa sola, la
più difficile tra tutte. Accettare di non avere alcuna libertà, di non avere
alcun potere, di essere completamente inermi. Di non avere alcuna speranza –
finché rimarrete così come siete. Dovete accettare di ritornare come eravate da
bambini, proprio quando vi siete accorti che il Mondo non era quello che
pensavate che fosse. Poco prima di essere educati. Dovete accettare di
essere esposti, a rischio, senza protezione alcuna. In fondo siete stati
tutti bambini. Siete scesi – un giorno lontano di tanti anni fa – a un orrido compromesso:
avete contrabbandato la vostra libertà – l’uscita dal labirinto – con la
finzione, pur di non provare il terrore. Avete avuto così tanta paura di essere
abbandonati, di rimanere soli, che avete preferito l’autoinganno. I vostri
incubi, da bambini, erano insopportabili. Non potevate reggere il peso del
terrore. E dunque avete ceduto, che altro avrebbe potuto fare un bambino? Ma
oggi non siete più bambini, e dovete ritornare (stavolta razionalmente) a quel
momento fatidico, quando avete scelto la strada - sopportabile - della Morte e della perdizione,
anziché quella - terribile e spaventosa - della Vita.
Doppiovubi vi dice:
recuperate tutte le vostre paure, la paura del buio e dell’ignoto, la paura di
morire, di essere abbandonati, del nulla. Siate consapevoli di queste,
ricominciate da lì. Guardate la forza dei vincoli in cui siete da sempre
impastoiati, e accettate il fatto che non potrete in alcun modo liberarvene.
Abbandonate per sempre i vostri illusori sogni di gloria. Lasciateli a tutti
gli altri, ai Morti viventi, ai patetici zombies che fingono – per paura
– di essere forti e potenti. Entrate – in piena solitudine - timorosi e tremanti
lungo il percorso della paura, lungo un sentiero dove non avrete da offrire ad
altri – in cambio del loro consenso, ammirazione, ‘amore’ – niente. Niente di
niente.
Così vi dice Doppiovubi.
Entrate in un percorso dove
avrete le tasche vuote, nulla da dare in cambio, e dunque sarete poveri.
Poveri in assoluto, senza niente da offrire, neanche la pena e la compassione
che gli altri proveranno per voi. Quando sarete nudi, poveri, paurosi,
esposti, inermi, fragili, completamente consapevoli di essere totalmente privi di qualsiasi
valore, potere, arma e facoltà, e dunque completamente consapevoli di non avere
alcuna libertà, sarete in grado – finalmente – di amare, di amare di quell’Amore
senza virgolette, quello che non avete mai sperimentato prima d’ora, quello
senza condizioni. Un Amore che non è merito vostro, che ritroverete in voi, ma
che non avete messo voi.
E sarete, finalmente, liberi.
W.B.