Disastro Milan.

Anche se ad alcuni dei due lettori rimasti di Doppiovubi non interessa il calcio, ecco che Doppiovubi vuole dire la sua sulla situazione dei rossoneri. Cercherà, come sempre, di estendere il tema, a mezzo di astrazioni, metafore e simbolismi, in modo da interessare un pochetto anche i calciofobi.

Mentre i nerazzurri preparano i festeggiamenti per lo Scudetto e per il ritorno alla vittoria della Champions League, dopo dieci anni da Madrid, sembra che il Milan stia attraversando una crisi nera. L’allenatore è pesantemente contestato. I ‘dirigenti’ sono criticati. La ‘proprietà’ è oggetto di strali. I giocatori sono tacciati di essere, come si suol dire in questi casi, non ‘professionisti’: non si impegnano, sono scarsi, non corrono. Insomma, nessuno è risparmiato. Il fatto abbastanza nuovo è che la Curva Sud, composta dai tifosi teoricamente più tifosi, ha abbandonato lo stadio prima del fischio finale di Milan-Fiorentina, prestazione che - sinora - ha rappresentato il punto più basso.

Quest’ultimo fatto, in realtà, non dovrebbe stupire. Il mondo si sta gravemente deteriorando. I tifosi del Milan, che appartengono al mondo, si stanno parimenti deteriorando.

E allora, facciamo un passo indietro, in un’era - ormai assomiglia a un’era fa - quando il mondo era meno deteriorato di oggi, e i tifosi del Milan non erano ancora deteriorati.

Siamo nel 1982 A.D.
Il Milan era allenato da Ilario Castagner. Il Milan era appena retrocesso in serie B. Nell’ultima giornata del campionato precedente, il Milan retrocedeva per un punto solamente, pur superando il Cesena con una rocambolesca vittoria. Il Genoa fa un punto in più dei rossoneri, negli ultimi secondi a Napoli (il portiere Castellini manda il pallone in calcio d’angolo con gesto maldestro e dubbio - troppo maldestro - e un certo Faccenda del Genoa guarda caso segna, condannando il Milan a retrocedere). Nulla dunque di più ingiusto della retrocessione del Milan, quanto meno a giudicare dagli ultimi inquietanti episodi. 
Fin qui fatti notori, che potete leggere su Wikipedia.
Scendendo nel particolare, cioè dove Wikipedia non potrà mai scendere, dovete sapere che Doppiovubi era abbonato. Il giovine Doppiovubi, che nel 1982 ha quattordici anni, una domenica sì e una domenica no si recava a San Siro (oggi Giuseppe Meazza, lo stadio che vogliono abbattere, demolire, distruggere), per seguire il Milan in serie B. Doppiovubi aveva una bellissima tessera plastificata. All’ingresso i controllori ti facevano un buco sulla tessera, con una macchinetta di ferro, per impedire che tu la passassi a un amico tramite le inferriate. Non c’erano QRCode.
Doppiovubi entrava in uno stadio dove non c’erano seggiolini - parliamo del secondo anello (all’epoca non c’era copertura, e non c’era il terzo anello, quello che adesso è, dicono in alcuni settori, deteriorato, appunto). C’erano dei gradoni.  Diciamo che se ci sono molti spettatori, ci si stringe. Più spettatori ci sono, più sei a contatto con i tuoi vicini: è un contatto piacevole, siamo tutti rossoneri. Ti siedi sul cemento duro, infatti esistevano i cuscinetti, che sono ormai scomparsi.
E dunque sotto gli occhi di Doppiovubi passavano squadre del calibro dell’Arezzo, della Pistoiese, della Sambenedettese. E gli occhi di Doppiovubi, ogni volta che andava a San Siro, vedevano uno stadio sempre pieno. E questo stadio sempre pieno - parliamo all’epoca anche di ottantamila spettatori, proprio perché ci si stringe - quando il Milan è in difficoltà (ma anche se non lo è), grida. E grida ‘Milan Milan Milan’, con una pausa di circa un secondo tra un Milan e un altro. E i giocatori sono rincuorati da questo Milan Milan Milan, e quando il Milan è in difficoltà, perché il Milan anche e persino in serie B ha vissuto momenti di difficoltà, lo stadio incita il Milan, tutto lo stadio incita il Milan, e in particolare la Curva Sud, la Fossa dei Leoni, le Brigate Rossonere. Incitavamo il Milan, cantavamo e urlavamo per novanta minuti. Spesso Doppiovubi tornava a casa senza voce. Sentire ottantamila persone che ti incitano, mentre stai giocando, doveva essere rincuorante. Niente copertura, niente terzo anello. Come Doppiovubi dice sempre, egli era presente a Milan-Cavese 1-2, pioveva. Novanta minuti sotto l’acqua. La squadra di Cava dei Tirreni ha sbancato San Siro. Quattordici giorni dopo lo stadio era di nuovo pieno. Si chiama “incoraggiamento”.
Io non so quanti fossero i tifosi (rectius: spettatori) di Milan-Fiorentina. Forse cinquantamila, quarantamila, non so. Ma credo che, dopo il gol su rigore della Fiorentina, al minuto quattordicesimo, il gol dello zero a uno, se subito dopo quel gol, tutti e quarantamila - nessuno escluso - avessero gridato Milan Milan Milan come si gridava nel 1982, senza fermarsi mai, con passione, trasmettendo ai nostri giocatori tutto il nostro desiderio di rimettersi in piedi, io credo che i giocatori non sarebbero stati - come si dice oggi - molli e impauriti e poco lucidi e spaventati e ‘poco professionisti’. Io dico che quei giocatori avrebbero moltiplicato le energie, e avrebbero corso il doppio, il triplo, e forse avrebbero preso lo 0-2, ma a quel punto il grido di San Siro sarebbe stato ancora più potente, perché a difficoltà maggiore corrisponde un impegno maggiore prima da parte dei tifosi, poi, di conseguenza, dei giocatori. Avrebbero pressato tutti gli avversari, avrebbero lottato su ogni pallone con la bava alla bocca, perché quando qualcuno crede in te, ti incita, ti spinge a lottare, ti fa sentire di essere dalla tua parte, le tue motivazioni diventano debordanti e le tue energie illimitate. E forse la Fiorentina sarebbe andata sullo 0-3, sullo 0-4, non importa, a ogni caduta ci sarebbe stata una reazione sempre più veemente. E poi si perde, si perde malamente, pazienza. Più ci fanno cadere, più ci rialziamo. Questo è il punto decisivo.

Noi siamo il Milan. Noi siamo i tifosi del Milan.

No, non siamo più i tifosi del Milan. Tutti cercano il colpevole, o i colpevoli: l’allenatore, i giocatori, i dirigenti, l’amministratore, la proprietà. L’unico colpevole, gli unici colpevoli, sono i tifosi, i cosiddetti tifosi, che si sono trasformati, lentamente negli anni ma progressivamente, in una massa di cinici, odiosi e patetici frustrati, che trasferiscono sul Milan i loro fallimenti personali, pretendendo che il Milan rappresenti una zona franca, dove tutto funziona, dove si vince sempre. Cambiano gli allenatori, i dirigenti, la proprietà e i giocatori, eppure si perde, e guarda caso l’unico fattore che non è cambiato sono i tifosi, anzi, il loro atteggiamento, che non è più da tifosi. Ecco scovato dunque l’assassino.

Prendiamo Bennacer. Bennacer ha 21 anni, ha causato due rigori. Dicono tutti che è bravo, è forte, è stato - continuano a ripeterlo - il miglior giocatore della Coppa d’Africa. Bennacer, a 21 anni, a San Siro, è stato letteralmente schiacciato sotto il peso della responsabilità. Come tutti quanti i suoi compagni. I peggiori tifosi sono quelli che dicono, Sono dei “professionisti”, guadagnano milioni all’anno, dovrebbero impegnarsi al massimo, dovrebbero andare a lavorare in fabbrica. Il fatto che guadagnino milioni all’anno non significa, tuttavia, che siano delle macchine. Hanno bisogno di essere incoraggiati, non per il loro bel viso o per i loro tatuaggi, ma perché loro vestono la maglia che noi amiamo. Se tutto lo stadio avesse incoraggiato Bennacer, soprattutto dopo gli errori che hanno causato due rigori, quest’ultimo avrebbe giocato un’altra partita. Tutti quanti, Giampaolo anche e forse soprattutto, sono oppressi e condizionati dalla paura, dal terrore di fallire, di essere criticati, di essere giudicati in modo definitivo e irreversibile, di essere cacciati via, in ultima analisi di non valere niente. Dunque proprio coloro i quali dovrebbero essere i loro più strenui sostenitori contribuiscono ad affondarli sempre di più, in un circolo vizioso che si conclude soltanto quando vengono cacciati via, cacciamo via l’allenatore, cacciamo via Gazidis, cacciamo via Elliott e il suo fondo, cacciamo via Boban e Maldini, cacciamo via tutti i giocatori, vendiamoli subito, insultiamoli, perché non ottengono risultati. Sono scarsi, non sanno giocare, non sono all’altezza, ma noi vogliamo vincere, noi siamo degni, loro sono indegni, Giampaolo è indegno, cambiamolo prima che sia troppo tardi, cacciamolo via e cancelliamolo dalla nostra memoria, e via dicendo.

Dunque i tifosi, quelli che frequentano gli stadi e quelli che leggono i giornali, quelli che guardano Sky SkyGo e QSky o SkYQ o quello che è, e quelli che seguono Qui Studio a Voi Stadio, quelli che guardano il risultato su Televideo pagina 220, i tifosi non sono più tifosi. Sono vittime di un sistema dove funziona così, nel quale devi vincere sempre e sempre di più, così i tuoi bilanci saranno più floridi, e farai le plusvalenze, e comprerai i migliori giocatori, il migliore allenatore, e poi farai costruire uno stadio nuovo, e i tuoi giocatori finiranno sulla copertina di Fifa 2025, e gli sponsor pagheranno tanto, tantissimo e il tuo attaccante farà la pubblicità dello shampoo e della BMW e tu potrai finalmente andare in giro orgoglioso di essere un vincente. Doppiovubi , da sé solo, non può cambiare questo. Il mondo va in una direzione analoga. Devi vincere, altrimenti finisci nella polvere, o nel tritacarne, e vieni sostituito senza pietà. Siamo diventati tutti come la Juventus. Vincere è l’unica cosa che conta. L’Inter ha seguito la scia della Juventus (non a caso ha ingaggiato Marotta e Conte). I prossimi a seguirne la maledetta scia, se arriveranno i soldi, saremo noi. Che bello essere tutti uguali in partenza, e poi differenziarsi soltanto in base a chi è più ricco, bello, tatuato e soprattutto vincente.

Tutti nella vita hanno momenti difficili. Momenti in cui sbagliano, sbagliano anche molto colpevolmente. Ma è necessario avere un sostegno. Se Doppiovubi fosse, da solo, la massa dei tifosi del Milan - siamo molti milioni - abbraccerebbe Giampaolo e tutti i giocatori, e direbbe loro, State tranquilli, noi ci siamo, siamo con voi, e lo saremo sempre, anche se doveste perdere tutte le partite e andare dritti in serie B. Non ha alcuna importanza. Questo non è importante. Non è importante perdere tutte le partite.

Quando hai un figlio che va male, molto male, malissimo a scuola, un figlio che non ha alcuna voglia di studiare, puoi prenderlo a sberloni, insultarlo, umiliarlo, spaventarlo, farlo piangere, puoi fargli cambiare insegnante, puoi fargli cambiare scuola, puoi mandarlo in una scuola nuova, appena costruita, avveniristica, anzi la costruisci tu stesso, puoi comprargli i libri migliori, puoi pagare i migliori insegnanti privati, a suon di migliaia di euro, oppure puoi allettarlo con premi speciali o minacciarlo di punizioni terribili. 
Ma una cosa dovresti fare soprattutto, dovresti fargli sentire che lo ami, che qualunque cosa succeda, dico qualunque cosa succeda, lo amerai sempre, dovresti infondergli coraggio, coraggio, coraggio, e fargli capire che ce la può fare, e che sarai sempre al suo fianco, anche - e soprattutto - se dovesse fallire. L’importante - l’unica cosa importante - è che, amato e sostenuto, si rialzi dopo ogni caduta, fino alla morte.

Forza Milan.


W.B.

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