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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

George e Doppiovubi (4)

Mettetevi nei panni del povero Doppiovubi. Dotato di una formazione diciamo 'umanistica', quindi del tutto spaesato innanzi alla matematica e alle scienze in generale, preannuncia di trattare la meccanica quantistica. Come farà, ci chiediamo. Quali castronerie scriverà, pensiamo. O, in alternativa, quali banalità (e quindi inutilità, salvo definire l'arduo concetto di 'utile') ci propinerà. In realtà, la grande opportunità di Doppiovubi è proprio questa, di non sapere, e di sapere di non sapere. Se Doppiovubi sapesse, o credesse di sapere, o non sapesse di non sapere, si troverebbe nella stessa condizione dei comuni mortali, e non riuscirebbe nel suo intento. Infatti, i fisici si occupano, normalmente, di fisica, e non si interessano di filosofia, o teologia, o musica, o letteratura, o meditazione trascendentale, o biologia, o spirito. D'altra parte, un esoterista nulla sa normalmente di particelle elementari, un biologo nulla sa, e nulla vuol sapere, delle p

George e Doppiovubi (3)

Qualche giorno fa, Doppiovubi - alla ricerca (fruttuosa) di un importantissimo libro di Max Planck - passeggiava tra gli scaffali della biblioteca del dipartimento di matematica di Padova, e contestualmente osservava gli studenti, questi giovani studenti chini , in parte sulle loro calcolatrici scientifiche (10%), in parte su libri ricolmi di formule (10%), in parte sui loro amati telefonini (80%). Il primo venti per cento dei cosiddetti 'studenti' ha fatto pena a Doppiovubi, pena in senso buono, perché mentre erano chini tenevano - in posa plastica e classica - la mano sulla fronte, come se, fisicamente, dovessero trattenere la (naturale) fuoriuscita di nozioni. In buona sostanza, già mentre apprendevano - e apprendere è faticosissimo - erano preda della preoccupazione di perdere ciò che stavano apprendendo. Ah, già, la memoria. Pena, perché il sistema di apprendimento del mondo occidentale moderno (dalla scuola elementare fino al master ) tratta l'uomo discent

George e Doppiovubi (2)

Prendiamo un film, un film qualunque. In relazione al film, esistono varie categorie di 'utenti', che corrispondono a vari 'tipi umani'. La prima categoria, che è la più ampia in senso numerico, guarda il film, e lo percepisce diciamo 'passivamente'. Si accontenta delle percezioni, in modo meccanico. La domanda che costoro si pongono è: nessuna domanda. Poi ci sono quelli che vogliono sapere come è fatto il film. Non mi riferisco agli 'effetti speciali' o al 'making of' (categoria di persone che invero sarebbe ampia, e sono i cosiddetti 'curiosi', categoria invero volgare, la 'curiosità' è concetto grezzo e volgare, di infimo livello). Mi riferisco al funzionamento della 'pellicola' (digitale o analogica che sia). Sappiamo infatti che il movimento delle immagini (che è ciò che distingue la cinematografia dalla fotografia, come suggerisce la parola, dal greco 'kinema') è un'illusione ottica data dalla v