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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Articolo 629.

Dopo aver constatato che effettivamente i suoi lettori, o meglio, alcuni dei suoi lettori travisavano, anche gravemente, quello che scriveva, scosse la testa amareggiato, e decise che per questo motivo non avrebbe mai più scritto niente. Spense il computer portatile e l'abat-jour. Quasi subito si addormentò, nervoso, come d'abitudine sul fianco sinistro. Sognò un Globo di luce, sospeso nell'aria. E rimanere al cospetto del Globo gli procurava benessere. Osservando con più attenzione, scoprì che il Globo era vivo. Lo toccò con cautela e percepì che tra il Globo e lui non c'era differenza, perché il Globo era lui stesso. Se non che il Globo sapeva tutto, mentre lui non sapeva niente. Per questo gli pose una domanda. Dimmi, ti prego, per quale motivo mi sento così infelice, alle volte. Per molti motivi. Spiegamene almeno uno. Quando hai deciso di incarnarti, pensavi che saresti stato libero. Non è così? La paura, la tua paura di fare quello che vorresti fare, soffoca ogni

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"Entri nel soggiorno e butti la giacca sul divano a due posti. Vai a stanare le pantofole e leggi i titoli dei libri negli scaffali, deciso a trasformare in realtà questo mito della tranquilla-serata-in-casa. Qualche titolo a caso basta a indurre in te uno stato di vertigine: Mentre morivo, Sotto il vulcano, Essere e tempo, Anna Karenina, I fratelli Karamazov . Devi aver avuto una gioventù ambiziosa. Naturalmente, parecchie di queste rilegature non si sono mai rotte. Hai fatto del tuo meglio per conservarle, per tenerle in caldo. Un bel niente sembra essere quello che hai voglia di fare fino a quando prendi in considerazione l'idea di metterti a scrivere. Si dice che la sofferenza sia la materia prima dell'arte. Potresti scrivere un libro." (Jay McInerney, Le mille luci di New York , 1984. Traduzione per Bompiani di Marisa Caramella).

In via del tutto eccezionale.

Da tempo si limitava a qualche breve citazione. Aveva la sgradevole impressione però che i lettori, diciamo lettori, non cogliessero appieno, anzi qualche volta per niente, il significato di quelle citazioni, ammesso che avessero un significato. Così decise di tornare a scrivere qualcosa di suo, in via del tutto eccezionale, nella piena consapevolezza che tanto i per così dire lettori non avrebbero colto neanche in qualcosa di suo un qualche significato, o comunque ci avrebbero visto un significato diverso da quello reale, o forse ci avrebbero visto soltanto qualcosa da criticare - era un periodo in cui si sentiva davvero tanto incompreso ma si sentiva anche presuntuoso, però almeno ne aveva o pensava di averne la consapevolezza e avere la consapevolezza di avere un difetto dicono che vada a elidere il difetto medesimo, salva la mala fede, come quelli che dicono Tanto mi posso pentire anche sul letto di morte e non vado all'inferno, e alla fine però ci vanno lo stesso perché avevan