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Ci pensò su per più di due mesi.
Nel frattempo, non scrisse niente sul suo blog.

Cambiò, così, idea.
Giunse alla conclusione che non tutto è già determinato. Per ognuno di noi, al concepimento, è stato previsto uno scopo specifico, e il nostro destino consiste nel perseguire proprio quello scopo, e non un altro. Rimaniamo sempre liberi di seguire una strada diversa, e di sopportare così gli effetti di questa scelta. E tutto questo, pensò, non aveva niente a che vedere con la morale.

Decise, dunque, e per la prima volta nella sua vita, di cercare di comprendere il suo destino. Forse aveva sempre recitato il ruolo sbagliato, letto in un copione sbagliato.

A chi ha, sarà dato e sarà nell'abbondanza.
A chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.

W.B.

Commenti

Anonimo ha detto…
Non solo concordo, ma anche mi felicito per la presa di posizione di doppiovubi, deprotestantizzata. C'è uno scarto di senso superiore rispetto al dato analizzato in precedenza (7), che tuttavia non lo contraddice nella sua connotazione fenomenologica. Esiste un ordine personale e singolare, che riflette un ordine superiore con la stessa logica dei frattali. Unica differenza: all'uomo, rispetto alle cose e agli altri esseri senzienti, è dato di cercarsi ed accettarsi, oppure rifiutarsi in quanto fenomeno. La prima scelta implica necessariamente anche il dono sempre più integrale di ciò che si trova. A chi ha, sarà dato. A chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.

Paolo

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