Domenica sono stato alla libreria Feltrinelli di piazza Duomo. Cercavo una di quelle poltrone nere, tipo Frau, dove ti puoi sedere per sfogliare un libro prima di comprarlo. Tante volte la gente ci si siede solo perché è stanca. Forse è l'aria condizionata della Feltrinelli che ha dentro qualcosa che ti fa stancare. Di sicuro emana un cattivo odore, sa di minestrone. Sabato pomeriggio in corso Buenos Aires c'era una manifestazione pro-Gaza. Impressionante sentire centinaia di persone gridare Allah è grande, impressionante sentirlo gridare in arabo. In genere le nostre manifestazioni sono ricche di voci femminili, per cui il coro di protesta è leggermente acuto, si percepiscono chiaramente le ugole delle donne che vibrano e stridono. Questa volta il coro, nel complesso, aveva toni bassi, gutturali, cupi, cavernosi. Molto, troppo. Intimoriva. Allah è grande. Non c'era nemmeno una poltrona libera. Vagavo con due libri sotto il braccio, assediato dal caldo opprimente e dal catt...
Commenti
trovò in yoko ono la grande madre, la "figlia dell'oceano", la quale gli spiegò come qualmente ogni forma d'arte sia, in ultima analisi, totalmente autoreferenziale e gli impartì dotte lezioni intorno alla autoconsapevolezza.
lennon, come tutti sanno, fu completamente soggiogato dalla grande mamma, cui si rivolse sempre come un bimbo che sugge dalla mammella.
nessun altro essere umano sarebbe stato disposto a sciropparsi per dodici anni una pseudo artista giapponese vanagloriosa e insulsa, traboccante di sicumera e brandelli di filosofia da supermercato, dal buddismo alla op-art, se non un uomo che al tempo stesso era il più grande idolo pagano del pianeta e completamente alla deriva, alla ricerca del sè.
lennon si sentì la crisalide che si spoglia e si libra in volo, che si stacca di dosso l'etichetta odiatissima di "beatlejohn" per diventare, finalmente, se stesso.
se ne sarebbe reso conto qualche anno dopo, che era tutta una palla, ma non c'è stato il tempo.
p.s. mi scuso per la rozzezza del commento, che meritava forse maggiore attenzione, soprattutto da parte mia. ma anche io ho il problema del tempo.
ad ogni buon conto, divago, credo che non ci si debba mai lamentare di come si diventa, la mutazione psicofisica fa parte della vita ed è programmata dalle nostre azioni. l'idea del tricheco era probabilmente un sogno lisergico, ma è stata una luce geniale nel caos di quegli anni, in cui i beatles avevano perso il manager (brian epstein) e cercavano di essere ugualmente imbattibili e ivece fallivano, inventandosi le più grandi buffonate del mondo. io non avrei mai rinnegato di essere stato il tricheco dei beatles, e come giustamente fa notare pimme probabilmente lui lo capì troppo tardi.
mi spiace, ma non vedevo l'ora di piazzarlo da qualche parte.
macca l'ho visto l'altra sera da letterman. mi è sembrato un simulacro.
perfetta l'analisi di pim sul personaggio lennon (congratulescions), ma mi sento di dissentire (da maccartiano incallito) su quella, appunto, di pòl.
Il nostro simpatico "borghese" è stato uno che nel corso degli anni si è semplicemente interessato a produrre musica con criterio, riuscendoci tra l'altro sempre benissimo (sono solito definire macca il mozart del 900) e che, parallelamente, se ne è strasbattuto le palle di ideologie, rivoluzioni ed altre faccende che dovrebbero stare lontane anni luce dall'arte in generale. Probabilmente quindi se la sua ricerca musicale (cosa che lennon non ha, per inverso, mai fatto, basti vedere che negli anni 70 inoltrati suonava, e malissimo, live ancora hound dog) non sarebbe stata così (vogliamo dire? qualcuno si offende?) "scolastica" macca non sarebbe neanche diventato "borghese" (che terribile offesa!! :P).
Cioè, tutto ciò per dire che quello che lennon e mccartney sarebbero diventati era già scritto ai tempi di hard day's night, se non di with the beatles, e che non si può accusare paul di non aver inneggiato abbastanza agli hippie perchè troppo impegnato, da musicista (cosa invero strana per un musicista, ...) qual'è sempre stato, a studiare come fare musica.
Ciao a tutti!
paul è stato il più grande musicista pop del secolo. il suo contributo a ogni singolo pezzo dei beatles è infinitamente più grande di qualsiasi contributo di lennon, sempre troppo impegnato a guardarsi l'ombelico. a far tempo dall'architrave che tiene in piedi I saw her standing there, dal la suonato "alto" in from me to you, agli accordi di basso nel middle eight di I want to hold your hand, alle armonie vocali perfezionate sin da love me do, passando per this boy, yes it is, think for yourself e tutte le altre.
lennon fu sempre musicista scadente, tranne che in alcune tracce di abbey road e negli assoli di get back, contributo originale quanto improvviso.
macca credeva nei beatles e la fiducia si vede in ogni sua singola nota. lennon credeva, come poi canterà in una delle sue tante brutte canzoni da solita (god), solo in se stesso.
lennon e mccartney creavano spinti dalla necessità, ma il primo forse mosso più dal dolore, il secondo, come dici giustamente, dalla ricerca.
il discorso temo si faccia lungo. ma non è detto che non si debba non fare.