AB-normal
PIM dice che sono anormale.
Non nel senso che io sia
pazzo, ma nel senso di a-normale, con l’alfa privativo (*), fermo restando che
anche i pazzi sono anormali. Tutti i pazzi sono anormali, ma non tutti gli
anormali sono pazzi.
Lui mi ha spiegato, Tra poco ci
sarà quel pranzo natalizio, vero?
Io gli ho detto, Sì.
Lui mi ha chiesto, Secondo
te, su duecento persone che saranno presenti, quanti come te mangeranno
vegetariano, e chiederanno un menu a parte, e non berranno vino né spumante, ma
solo acqua, e naturale, e non fredda, e non mangeranno dolci, e chiederanno se
per cuocere il riso è stato usato un dado vegetale oppure no, e chiederanno se
per caso c’è pane integrale, e si informeranno se in quel sughino è stato cotto
insieme l’olio, e non toccheranno il dolce e anzi lo guarderanno con disprezzo,
e non prenderanno caffè, a meno che non sia decaffeinato e con la garanzia che
sia stato de-caffeinato con procedimenti naturali e ci metteranno – zucchero –
soltanto di canna, dimmi, quanti?
Ho tergiversato, A parte me?
Lui mi ha incalzato, A parte
te.
Ho confessato, Nessuno.
Ha concluso, Bene, sei
anormale.
W.B.