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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

La ricerca della felicità (18)

Considerato che la Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche, del 1886, prevede che il diritto di autore - patrimoniale - sia tutelato per settanta anni decorrenti dalla morte dell’autore, considerato che Agatha Christie è passata a miglior (?) vita il 12 gennaio 1976, considerato che i settanta anni di cui sopra si calcolano dal 1° gennaio dell’anno successivo alla morte del suddetto autore - e quindi per la nostra A.C. scadranno il 31.12.2047, cioè tra trentatré anni esatti (se state leggendo questo post al momento della sua pubblicazione), considerato che i suoi racconti finora hanno venduto 2.000.000.000 (duemiliardi) di copie e si collocano solo dietro Bibbia e Shakespeare, tutto ciò considerato detenere i diritti di sfruttamento commerciale della opere della Agatha è senz’altro un business non indifferente, e pertanto in questi tempi duri anziché oro o dollari australiani Doppiovubi vi consiglia di comprare le azioni del reale proprietario di

La ricerca della felicità (17)

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Partiamo da un numero: 550864. Questo numero di sei cifre può simboleggiare varie cose. Tra le altre, se lo mettete su Google, otterrete certamente il codice esadecimale di un colore, il very dark magenta , che è questo qui: composto da un 33.3% di rosso, da un 3.1% di verde e da un 39.2% di blu. Per ottenere un buon magenta, quasi tutti sanno che basta mescolare un po’ di rosso e un po’ di blu in egual misura; se ci aggiungete un pelino di verde (qui è bastato il tre per cento), il magenta si inscurisce ulteriormente e diventa very dark . Che poi è un colore cupo, roba da servizio e drappo funebre, qualcosa di inquietante ma al tempo stesso di attraente, qualcosa di vagamente thriller. Sarà un caso (no, il caso non esiste), ma il 550864 è anche il numero di registrazione di una Società commerciale nel regalissimo Registro britannico. Si tratta, per l’appunto, della Agatha Christie Ltd . (segue) W.B.

La ricerca della felicità (16)

Per comprendere il baratro in cui stiamo finendo, dovreste sicuramente leggere il romanzo “Il Cerchio”, di Dave Eggers (*), pubblicato da Mondadori in Italia nel novembre 2014 -quindi fresco fresco-, originariamente pubblicato da Penguin Books Ltd nell’ottobre 2013. La voce inglese di Wikipedia dà come editore McSweeney’s, che poi è la casa editrice fondata dallo stesso Dave Eggers, ma in Rete si cita solo Penguin come editore, sin dallo stesso ottobre 2013; probabilmente pronti-via ha venduto immediatamente i diritti, per questioni di budget . Pare infatti che, da due mesi a questa parte, Dave Eggers stia trasformando la sua McSweeney’s in una non-profit . Ma anche su Penguin si sono agitati venti di denaro e consumismo, a insaputa degli ignari lettori, che pensano che la narrativa non c'entri con i soldi. Sarà mica il caso di raccontarvi la storia della Penguin, visto che è bellissima? E’ una parentesi un po’ lunga, ma ne vale la pena. Alla fine non siamo fuori tem

La ricerca della felicità (15)

Dicevamo, il nuovo Nokia 108 di Doppiovubi non ha dentro quasi niente. E’ un telefono che fa una cosa rivoluzionaria e innovativa: ti consente di telefonare e addirittura di ricevere telefonate. Ha i tasti, quelli sì, al massimo invii un sms, cercando la lettera dell’alfabeto sui tasti, come si faceva una volta, da premere in sequenza per tre o quattro volte (non devi impazzire con la punta del polpastrello e non sbagli mai lettera). Ha un’ottima radio FM, il convertitore di valuta, il conto alla rovescia, e pure la sveglia, precisa. Ha un display a 65000 colori, che a ben guardare sono davvero tanti. Se uno lo avesse cavato dalla tasca nel 1998, quando si viaggiava con il Motorola monocromatico ad antenna estraibile e flip , la gente si sarebbe inginocchiata e ti avrebbe adorato come fossi un Kahuna polinesiano . Un Nokia 108 costa ventinove euro e novanta centesimi (che già sono uno sproposito, dovrebbe costare tre euro e zero centesimi, sarebbe il suo valore intrinseco -

La ricerca della felicità (14)

La noia, sì, proprio quello è il punto. La noia. L’altra sera, sul tram, si è finalmente raggiunto l’ en plein. Tutti i viaggiatori -tutti- avevano lo smartphone in mano e ci facevano qualcosa di vagamente onanistico. Doppiovubi ci ha sbirciato, su quei telefoni. Un buon trenta per cento era su Whatsapp. Un altro quaranta per cento era su Facebook. Gli altri spostavano caramelle colorate - o robe simili - su e giù, sarà stato Candy Crush Saga , la cui casa produttrice, King.com Ltd, è pure quotata in borsa. Ma nessuno degli smanettatori sorrideva. Erano tutti svogliati, tutti annoiati e senza gioia (*). Si chiama “dipendenza”. Ti ammoniscono sul pacchetto di sigarette, ti avvisano nella pubblicità del Glen Grant, te lo dicono quando scommetti al Superenalotto. Ma non te lo scrivono sulla cover dello smartphone. La verità è che siete dei drogati. Non offendetevi: dovreste riconoscere la vostra malattia. Siete degli schiavi drogati. Stay slave, stay addicted.