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Visualizzazione dei post da agosto, 2013

Sarei un uomo morto

E così Doppiovubi vi lascia, per tre settimane. Rimarrete senza di lui, senza i suoi callidi post. Come farete? Non si sa. Ce la farete? Forse. Per l’occasione, lo abbiamo convinto a scrivere i suoi saluti in prima persona. Eccoveli. Cari amici,  ebbene sì, sono proprio io. Stavolta vi scrivo direttamente, cosa che non faccio ormai da alcuni anni. Il mio alter ego – che si firma W.B. – se ne va squallidamente in vacanza per qualche giorno, e quindi nessuno vi racconterà i miei pensieri, i miei sogni e le mie avventure. Lasciamolo andare 'in vacanza', quel maledetto pidocchio, tanto, prima o dopo, la 'vacanza' finirà e sarà costretto a tornare alle sue prigioni, e pagherà un prezzo salato. Ma io in vacanza non ci vado. Io rimarrò a vegliare su di voi e sulle vostre vite, come Batman vigila sui cittadini di Gotham. Resistete, cari amici, perché si avvicina un anno assai   difficile. Non sarete soli, perché rimarrò sempre al vostro fianco. Con affetto, Vostr

Doppiovubi is anal

E’ stato proprio mentre Doppiovubi si stava riguardando una puntata della seconda stagione di Lost , che ha capito che lui l’inglese non lo parlerà mai per davvero. Ora, c’era Shannon sulla spiaggia – Ana Lucia non l’aveva ancora uccisa – che stava piegando una canottiera con cura, quando si avvicina Hurley e le chiede perché lo sta facendo (mettersi a piegare una canottiera quando sei superstite di un disastro aereo non è proprio normale).  Shannon risponde I’m anal , al che Doppiovubi trasecola, torna indietro, mette il sottotitolo, porca vacca, ha detto proprio così, anal . Doppiovubi va su WordReference e scopre che anal significa due cose, cioè anal adj    (of the anus)    anale anal adj    (person: compulsive, meticulous)    meticoloso, puntiglioso, pignolo, pedante, e appunto lì Doppiovubi si è detto due cose, la prima è che non parlerà mai l’inglese per davvero, e la seconda – non molto gradevole - è che lui, Doppiovubi, suo malgrado e irrimediabilmente, è e sarà sempr

I facilitatori (quarta parte - fine)

Il facilitatore napoletano si avvicina alla preda, e - con la stessa tonalità di voce del Presidente di Sezione della Suprema Corte di Cassazione, l’ottimo giudice Esposito -, la aggancia e le propone di aiutarla a fare il biglietto; a parte qualche straniero rimbecillito dal contesto nuovo, l’italiano ha un momento di esitazione, durante il quale capisce che il f. non è uomo di Trenitalia – l’abbigliamento non è consono – e realizza che dovrà retrocedergli qualcosa, ma accetta il deal   e rinuncia a qualche moneta in cambio della facilitazione. C’è business, nell’operazione, e infatti qualche mese fa i f. erano cinque o sei in tutto, ma poi si sono moltiplicati, e adesso si conta quasi un f. per ogni macchina. Sostanzialmente si sono spartiti le macchine. Alle volte litigano per agganciare un turista. Altre volte fanno taciti accordi, questo è tuo, ma il prossimo lo prendo io. Tempo fa avevano lo sguardo triste dei mendicanti che racimolano poco. Oggi hanno lo sguardo imprenditor

I facilitatori (terza parte)

Il facilitatore in genere è di origine napoletana. Di recente sono comparsi diversi nuovi facilitatori senegalesi. Col tempo e l’evoluzione della specie, probabilmente assisteremo all’avvento di un ibrido, il naposenegalese, le cui caratteristiche sono allo stato imprevedibili. Come è vestito un facilitatore. Il f. è riconoscibile perché è in ciabatte, o sandali molto aperti e aerati, o infra-dito. Indossa bermuda sotto il ginocchio, i c.d. pantaloni alla pescatora, che spesso sono quadrettati e di tessuto frusto (i polpacci sono sottili). Molti facilitatori indossano una canotta, con spalline molto larghe e ampie: si vede l’orribile pelo sotto l’ascella. A tracolla portano un borsello di tela, finto LV,   che serve per raccogliere e custodire il bottino della giornata. Dove si trova il facilitatore. Il f. staziona in genere a circa due metri e mezzo (spazio che gli serve per accompagnare la preda e indurla alla facilitazione) dalla macchina che eroga i biglietti, orientato no

I facilitatori (seconda parte)

Dovete sapere, ma lo sapete perfettamente, che da qualche anno Trenitalia ha deciso di far costruire macchine   che svolgono l’amaro mestiere del bigliettaio, al suo posto (la macchina non sciopera, non si lamenta mai e soprattutto non si rivolge al giudice del lavoro). Forse vi siete dimenticati, ma vent’anni fa, se volevi partire col treno, avevi solo due possibilità. O andavi in agenzia il giorno prima , o facevi la coda alla stazione, spesso perdendo il treno. Adesso che ve l’ha detto Doppiovubi, forse ve lo state ricordando. Oggi, tra le altre possibilità, hai anche quella della macchina che emette i biglietti. Il software   di queste macchine è abbastanza a prova di deficiente. Se vuoi comprare il biglietto, devi schiacciare con un dito a scelta (è indifferente quale) “compra biglietto”. Quando devi inserire i soldi, una voce con accento vagamento romano ti dice inserire le banconote nella bocchetta in basso a destra. Al che vai con lo sguardo in basso a destra, non in alt