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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

Almunia ha scritto a Saccomanni

Aveva ragione - un po’ di ragione ce l’hanno proprio tutti, prima o poi - Lafayette Ronald Hubbard quando nelle prime pagine di Dianetics, nel lontano maggio del 1950, scriveva che la conoscenza reale di un evento è completamente inibita dal fatto che non conosciamo gli elementi generali nei quali l’evento stesso deve essere inquadrato, e che lo precedono dal punto di vista logico e cronologico. E’ completamente privo di senso venire a sapere che Almunia ha scritto una lettera a Saccomanni per dirgli che il piano di ristrutturazione di MPS deve essere migliorato; è completamente privo di senso saperlo, se non conosciamo, prima, che cos’è esattamente e che cosa fa la Commissione Europea, quali poteri ha Joaquín Almunia, che cosa gli ha scritto prima Saccomanni e per quali finalità. Forse dovremmo anche avere il coraggio, come bambini piccoli, di chiederci se sappiamo veramente che cosa sia una banca, prima ancora di studiare il dissesto di Monte dei Paschi. In caso contrario, vis

Ecco Eco

Il sogno è questo. Doppiovubi si trova a una specie di presentazione di un nuovo libro di Umberto Eco, ma Umberto Eco ha qualcosa come trent’anni, sembra un ragazzino, ma è già l’Umberto Eco di oggi, cioè ha già scritto tutto quello che ha già scritto; al che Doppiovubi si avvicina a U.E. e gli dice di aver amato molto alcuni dei suoi libri, ma ha la sua personale classifica, al che U.E. si dimostra interessato, Me la dica, Me la dica, e mentre Doppiovubi sta pensando e progetta di dirgli che il suo migliore è Il Pendolo, seguito dal Nome della R., e poi L’Isola, e poi il Cimitero, e poi Baudolino, e infine nettamente il peggiore La misteriosa fiamma, mentre Doppiovubi si prepara a classificare e a dire, Mi sembra che lei abbia smesso di scrivere nel 1994, ecco che arriva una sedicente fan di U.E. che precede Doppiovubi e lo interrompe e comincia a dire Mah, professor Eco, a me è piaciuto molto il suo Errico , e Doppiovubi pensa, Errico ? Non esiste un libro di Eco con quel titolo,

Educato e obbediente

Vorresti tornare indietro, adesso che sai, a quei momenti completamente obliati ma ancora presenti - eccome -, quando avevi due, tre e quattro anni, per riviverli come spettatore, e per individuare la genesi esatta delle ferite e delle umiliazioni che oggi ti fanno sentire inadeguato e sbagliato. Piccoli graffi quotidiani alla tua autostima, frasi percepite da loro come innocue, che hanno causato danni incalcolabili al bene più prezioso che avevi, la tua gioia di vivere, progressivamente perduta e immolata sull’altare dell’accettazione e del consenso altrui. Piegato e domato, passerai invano il resto della tua esistenza affamato di complimenti, carezze e conferme. Tu, bambino forte, reso uomo debole, andrai vagando e cercando questo in una donna, e certamente non lo troverai. Finirai col sublimarlo in sterili atti di prepotenza e ridicole dimostrazioni di potere e forza, e in albe tragiche a guardare un soffitto e chiedersi se davvero vale la pena di andare avanti. E tu, pover

Alla cassa, prego (sesta parte - fine)

Questa serie di mini-post potrebbe continuare all’infinito, proprio perché gli esempi sono infiniti, in quanto la SdO ci propina innumerevoli situazioni di complessità inestricabilmente saldate ai desideri, i quali, tra l’altro, e per lo più, sono indotti e innaturali. Robert E. Burton,   epigono di Gurdjieff e Ouspensky, ha scritto: “il momento successivo non è migliore del momento presente”. Ogni qual volta un desiderio ci attrae, e rimaniamo invischiati nel percorso necessario per conseguirlo, continuamente consideriamo il momento finale – quello della chimerica soddisfazione – come migliore dei singoli momenti che stiamo vivendo, proprio perché questi momenti sono per definizione strumentali   alla meta. Nel frattempo, silenzioso e perfido, il tempo passa, la clessidra corre, e perdiamo la nostra vita. Ma stiamo andando troppo lontano, e questo non è esattamente il tema. Molto più semplicemente, Doppiovubi voleva soltanto ammonirvi, con questa piccola e senza pretese serie d

Alla cassa, prego (quinta parte)

Hai firmato la tua stessa nuova condanna, la Nuova Punto è tua, finalmente. Con essa ti sei portato a casa almeno un centinaio di nuove preoccupazioni che prima non avevi. Non tanto perché la Nuova Punto non funzioni bene, per carità - Doppiovubi non ha mai avuto una Fiat, magari è fantastica e indistruttibile -, quanto perché la SdO ti frega e ti fotte proprio così, ti induce ad avere una cosa, o a vivere un’esperienza, che prima, durante e dopo ti creerà una serie tendenzialmente infinita di problemi da risolvere, che assorbiranno e prosciugheranno le tue energie, il tuo tempo e, ovviamente, il tuo denaro. Il cosiddetto valore aggiunto dato dalla soddisfazione di un desiderio sarà completamente eliso dal prezzo complessivo che dovrai pagare, prezzo che apparentemente è costituito soltanto dal corrispettivo, gli 8.950 euro nell’esempio fatto, ma che in realtà è molto, molto più gravoso. Basti pensare al cosiddetto finanziamento, se non disponi subito di tutto il denaro che c