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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

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Qualche giorno fa Doppiovubi - davanti al consueto tè verde del mercoledì, discorrendo sulla divinità - ha posto una domanda all’amico Daniel, ed era una domanda che verteva sulla vita di Daniel, e nella domanda c’erano alcune condizioni, ovvero Doppiovubi gli chiedeva che cosa avrebbe fatto se fosse accaduto un certo evento, e se sua moglie avesse avuto una certa volontà, e se le circostanze si fossero poste secondo un certo ordine, al che Daniel gli ha risposto che non poteva rispondergli, perché nella domanda erano contenuti addirittura tre se , e se una frase contiene tre se siamo troppo lontani dalla realtà. L’affermazione, in sé semplice, ha ghiacciato Doppiovubi – come è in grado di fare ogni affermazione semplice, ogni affermazione semplice contiene potenzialmente in sé un grado elevato di verità, la complessità si avvicina progressivamente al falso – e gli ha fatto comprendere che lui, Doppiovubi, in effetti vive in uno spazio fatto di milioni di protasi e di milioni di c

Io, Robot (parte seconda, ovvero, della Fondazione dei R.A.)

Più o meno tutti, a livello inconscio, si accorgono di essere stati dis-umanizzati. Ciascuno poi, senza saperne la fonte, elabora varie strategie per venirne fuori. Naturalmente l’unica strategia valida sarebbe quella di de-robotizzarsi, ma, per l’appunto, prima bisognerebbe accorgersi di essere robotizzati, il che – come già spiegato – è assai arduo. E dunque il mondo è pieno di robot inquieti, che vagano disperati senza conoscere la causa della loro inquietudine. Alcuni robot cadono in depressione. Una forma di difesa dell’organismo dalla bruttura in cui sono stati ridotti. Altri robot li curano – spesse volte con farmaci potenti – per farli ritornare robot felici e inconsapevoli. Altri robot si dedicano all’accumulo di denaro e di potere. Tra questi, incontriamo i robot che lavorano sedici ore al giorno, spesso intenti a occupazioni socialmente del tutto inutili. “Lavorare” sedici ore al giorno aiuta a non pensare alla inutilità della propria vita. Altri robot ancora si

Io, Robot (parte prima)

Come tutti sapete, Matrix , film del 1999 dei Fratelli Wachowski, racconta di un mondo simulato, creato dalle macchine, le quali fanno credere agli esseri umani di esistere, mentre, in realtà, questi sono imprigionati in capsule e sostanzialmente dormono. In Terminator , film del 1984 di James Cameron, un cyborg , un sofisticato robot modello T-800 , proviene dal 2029, da uno scenario post-nucleare dove le macchine hanno preso il sopravvento sull’umanità. Ad avviso di Doppiovubi, a nostra totale insaputa, sta avvenendo qualcosa di molto più pericoloso. * Milano, un giorno feriale qualunque. Metropolitana, linea verde. Ore 7:48. Un uomo incravattato e sudato si regge a stento, in piedi, tra la folla. Con una mano regge un eserciziario di inglese, con l’altra una matita, e cerca disperatamente di non cadere mentre mette la crocetta al posto ritenuto giusto sulla lesson five della unit two e non ci sta capendo niente, e quel poco che capisce sarà dimenticato presto. Il

Nel senzo delle freccie

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Ecco che Doppiovubi ha assistito a due dialoghi interessanti, e ve li riporta abbastanza fedelmente in questo post doppio e - come direbbe Aldo Biscardi - "scoppiettante". Il primo dialogo è tra due uomini, il secondo no. * Dialogo n° 1. Protagonisti: a) Uomo magrolino, quindi omino, con marsupio di basso livello (il marsupio ma anche l’uomo) a plurima zip e capelli pettinati con la riga in parte con qualche odiosa scaglietta di forfora qua e là, occhialini da medico di pronto soccorso troppo piccoli, polo di color cacca-di-piccione, senza griffe con il colletto tutto molle, pantalone grigio con ampi tasconi laterali tipo Indiana Jones e il Tempio Maledetto e scarpe da discount da diciannove e novanta, si muove con circospezione nell’ambiente e guarda nel vuoto con timidezza, è infilato sotto la pensilina in un angolino a ripararsi dal vento freddo, ogni tanto fissa una pigna, sempre la stessa. Circa quarant’anni. Nel complesso, un Uomo del tutto Inutile, che