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Visualizzazione dei post da aprile, 2008

Il nido

Le donne, tutte le donne del mondo, senza eccezione alcuna, ossia nessuna esclusa, sono casalinghe, anzi, meglio, sono 'delle casalinghe'. Anche quelle che lavorano, quelle che 'non hanno tempo', quelle che 'si fanno aiutare' a tenere la casa 'a posto' - dalla loro mamma, o dalla loro anzianissima nonna, o dalla moldava peraltro pagata troppo profumatamente, o dal marito schiavo liberto, il quale preferisce impegnarsi in prima persona, con ciò impingendo nell'incipiente esaurimento dei nervi, piuttosto che dover lavorare per guadagnare denaro destinato a pagare una moldava che metta intollerabilmente le mani tra le sue cose personali -, queste donne, in fondo alla loro anima - nel profondo, direbbe Freud - sono e rimarranno sempre delle casalinghe. Casalinghe perché sentono l'assoluta e irrefrenabile necessità di contemplare la propria casa sempre in ordine e pulita, senza la polvere, la quale polvere, come tutti sanno, è opera del demonio, che l

Il gesto

Circa due anni fa elaborai alcune interessanti riflessioni - interessanti magari solo per me - sul concetto di 'scopo', 'finalità', 'obiettivo'.  Proverò adesso a raccontarvele, sempre che ci riesca. Nella vita ciascuno di noi va avanti ponendosi continuamente scopi, che sono ordinati cronologicamente, secondo una concatenazione di tipo 'seriale' (si può compiere una sola azione per volta).   Prendiamo uno scopo qualsiasi a breve termine, per esempio 'recarsi all'Ikea a comprare delle candeline profumate' (obiettivo che chiameremo "x").  Per raggiungere tale obiettivo, si deve previamente attuare una concatenazione di altri atti, che rappresentano, per così dire, 'sotto-obiettivi' rispetto all'obiettivo primario, e ne cito solo alcuni: si deve accendere l'automobile, percorrere la strada fino all'Ikea, parcheggiare, chiudere la serratura, eccetera.  Questi 'sotto-obiettivi', tutti orientati ad "x&quo

Plantigrado

Un amico ipotizza, avendo esaminato e studiato la frequenza dei miei ultimi post, che sarei uscito dal letargo stagionale. Credo abbia ragione. W.B.

Panem et circenses

Beppe Grillo ha sostenuto con forza, e con la consueta strategica volgarità, l'idea secondo cui l'informazione non sia libera. Secondo Beppe Grillo, bisognerebbe eliminare i finanziamenti pubblici alle testate giornalistiche, abolire l'Ordine dei giornalisti, più una terza proposta, che al momento non ricordo. In realtà, a mio parere, l'informazione è libera. Sono i lettori, o i tele-spettatori, che non nutrono interesse per una certa informazione. Alla gente non interessa granché del tasso di interesse che il governo pretenderà da Alitalia per il cosiddetto 'prestito-ponte', o l'opinione, sul punto, del commissario europeo alla concorrenza. Al 'popolo' interessa sapere tutto del professore che si sarebbe masturbato in classe durante l'intervallo, della prostituta fatta a fettine e messa nel sacco nero, dell'Anna Falchi che racconta della precocità eiaculatoria dei calciatori con i quali sostiene di aver intrattenuto rapporti di tipo carnale.

La laurea di Antonio Di Pietro

Il tema è assai intrigante. Il Cavaliere ha sostenuto che la laurea del dottore Antonio Di Pietro non sia 'vera'. Ora, il dottore Di Pietro, per tutta risposta, sul suo sito, ha rammostrato con orgoglio la fotografia del suo diploma. Qualche maligno, in assoluta mala fede, potrebbe eccepire e sostenere che il documento, in quanto tale, non dimostra che la laurea sia regolare. Pure malignità, appunto, generate dal fatto - evidente a tutti - che si vuole colpire il politico Di Pietro, il quale, evidentemente, dà fastidio a molti. Sappiamo che le università italiane sono tra le più serie del mondo, e mai hanno rilasciato (o rilascerebbero) diplomi falsi. Non mi risulta che qualcuno abbia mai comprato lauree o esami. Non ne ho notizia. Accetto smentite, a patto che siano rigorosamente documentate (e questo, francamente, mi sembra del tutto impossibile). Io sono qui a difendere il dottor Di Pietro, anche se egli saprebbe difendersi molto bene da solo (nonostante sia da sempre perito

Per essere chiari

E' un po' che redigo e pubblico post a evidente contenuto politico, però non vorrei che l'esercito dei miei fedelissimi si formasse un'opinione sbagliata sulle mie convinzioni, quindi gradirei fare un po' di chiarezza. Ne sento forte il bisogno. Ebbene sì, lo confesso, ho votato con grande convinzione 'Lega Nord', il cosiddetto 'partito dei pellerossa' (del quale, però, disprezzo con forza la componente xenofoba e l'indubbio spirito razzista, invero inaccettabile, come è inaccettabile l'intento di divisione dell'unità nazionale) anche se dentro di me speravo che il Partito Democratico di Veltroni avesse la meglio e ce la facesse, per questioni di democraticità, appunto. Non mi dispiace affatto che abbia vinto Silvio Berlusconi, anzi, ho grandemente esultato, anche se il mio sogno, e lo dico col cuore, sarebbe stato quello di vedere al governo la Sinistra Critica (o anche Giuliano Ferrara), perché sono contro tutti gli inegualitarismi, e c

Blog tematico

Quello che più mi irrita, del mio blog, è che non ha né capo né coda, non è strutturato, come si suol dire, non è organico; sono pensieri a casaccio, dipendono dalle circostanze. Sono completamente in balìa del fato (e anche i pochissimi che mi leggono dunque, di riflesso, lo sono). Forse sarebbe meglio un blog tematico. Scegliere due o tre argomenti omogenei , e sviscerarli fino in fondo. Potrei, per esempio, dedicarmi al 'fenomeno' Antonio Di Pietro, e occuparmi di lui, esaminandolo per bene, come merita. In aggiunta, dell'ignoranza in genere. E ancora, della raccolta differenziata dei rifiuti. Gli è che la mia mente è fin troppo analitica, e quindi finirei con l'occuparmi dei dettagli, perdendo di vista il cosiddetto quadro d'insieme. Il mio problema è quello lì, i dettagli. Vivo in un mondo al microscopio. Ieri mi sono imbattuto nel blog dei sindacati del pubblico impiego, che portava in home page il grido di battaglia "Sù la testa" (sic). Al che ho ma

Una domanda circolare

Ci sono dei giorni in cui ho la netta sensazione di essere circondato da nugoli di malati di mente; non parlo della società in genere, parlo di coloro i quali gravitano abitualmente intorno a me. Come prima reazione a questa straordinaria coincidenza, mi dico che sarà il mio karma , il mio tikkun , devo scontare questa difficoltà (diciamo eufemisticamente) relazionale per comprendere qualcosa, che al momento mi è del tutto ignoto; subito dopo, però, mi dico, ma non è che sei tu il malato di mente, visto che è insegnamento consolidato, forse luogo comune, ma qualcuno diceva che i luoghi comuni rispecchiano le verità, quello secondo cui il malato di mente ritiene che gli altri siano malati di mente, e lui no? eppure dispongo di indici oggettivi che non possono essere messi in discussione. E se questi indici fossero considerati oggettivi soltanto da me? E se qualcuno mi rispondesse, guarda che il malato di mente sei tu, e quel qualcuno che mi ha dato questa risposta fosse un malato di men

Il peggio del peggio del peggio

L'ineffabile professore Romano Prodi, dopo aver lasciato la sua, diciamo, carica nel Partito, diciamo, Democratico, carica ricoperta con onore e dignità per un tempo invero assai limitato, ha tenuto a sottolineare che lui, Berlusconi, comunque l'ha già battuto due volte, evidentemente riferendosi con sarcasmo a chi da Berlusconi è stato sconfitto.  Insomma, il Professore non si smentisce mai. Noi sappiamo bene, infatti, per quale preciso motivo il PD è partito con uno svantaggio imbarazzante e del tutto irrecuperabile. Noi lo sappiamo, e dovrebbe saperlo anche chi è abituato, come il professore Romano Prodi, a dimostrare la sua naturale superiorità sugli altri. Il professore è realmente più intelligente di tutti gli altri, e ha accumulato incarichi di altissimo prestigio nella sua straordinaria carriera perché è un essere speciale. Sono anni che mi chiedo perché non ce ne siano tanti, come lui. Avremmo un mondo migliore, vicino alla perfezione. Purtroppo per il pianeta, però, d

Congratulazioni

A me questa cosa delle telefonate di congratulazioni, no, non piace. Francamente io non ci credo, al fatto che W. volesse per davvero fare le congratulazioni a S.; non ci credo, è impossibile. Secondo me, non solo non voleva fargli le congratulazioni, ma lo avrebbe volentieri mandato a fare eccetera. E allora mi chiedo perché mentire, perché apparire diversi da quello che si è. D'accordo, l'opportunità, ma ci si può limitare al silenzio. E, dall'altra parte, mi immagino e figuro S., che, non appena premuto il tasto rosso sul telefonino - perché di telefonino immagino si tratti - deve avercelo mandato davvero, al W., esattamente come facciamo tutti noi, comuni mortali, quando riattacchiamo dopo aver parlato con qualcuno al quale avremmo voluto dire cose che non abbiamo potuto dire. Io, se fossi uno dei duri e puri rimasti sotto il quattro per cento, dopo aver saputo delle congratulazioni, non sarei mica rimasto tanto contento. Ci hai distrutto, W., hai ancora il coltello in

L'operaio in Parlamento

Ma non era un collegio sicuro, quello "lasciato" all'operaio da sant'Oliviero? Non ci sono più i collegi di una volta. Solo scuole private, americane e capitaliste. W.B.